di Paolo Repetto, 2013
Una parte delle riflessioni e delle conversazioni ospitate in questo libretto era stata edita, diversi anni fa, in una raccolta dal titolo “Ragguaglio sulla coltura dei semplici”. Ho aggiunto alcuni testi che già comparivano in raccolte già edite, ed altri redatti in forma epistolare negli ultimi anni: altri ancora li ho eliminati o semplicemente spostati.
Ho anche cambiato la titolazione, un po’ per non sprecare quella destinata originariamente ad un lavoro che non sarà mai portato a termine, ma soprattutto perché gli spunti di molti di questi scritti sono venuti dagli incontri che si svolgevano a metà degli anni novanta al capanno dei Viandanti, nella Valle del Fabbro.
Quelle serate erano occasione di una convivialità genuina, libera e intelligente. Sono stati momenti molto fertili, e purtroppo irripetibili, che hanno lasciato intravvedere a tutti i partecipanti una possibilità di vita e di amicizia autentica. Per un brevissimo periodo quella possibilità l’abbiamo anche vissuta, ed è già molto.
Anche i pezzi più recenti sono occasionati da incontri e conversazioni che pur non avendo avuto luogo nella Valle del Fabbro in qualche misura ne hanno rinnovato lo spirito.
Introduzione a “Le serate della valle del Fabbro”
Per una metacritica della gnoseologia
Il dialetto difeso contro i suoi sostenitori
L’operetta al nero
Il lavoro intellettuale come vocazione
Osservazioni sulla morale catodica
Declino, caduta e nostalgia del regime dei divieti
Come (non) si diventa postmoderni
Perché un sito sulla metafisica?
I mal di pancia della letteratura
Epifanie sotto vetro
Pullman azzurri nella sera
In bianco e nero
Lo stato dell’arte
Del principe, dei sogni e delle lettere
Critica della ragione informatica
Come alcuni primati persero la coda
Una, cento, mille culture