di Paolo Repetto, 30 maggio 2018
Chi è insensibile a quella che Platone chiamava manìa,
essere posseduti dalla ricerca di verità spesso astratte,
senza alcuna immediata applicazione pratica,
dovrebbe andarsene altrove
George Steiner
Platone era indubbiamente un idealista, ma non uno sprovveduto. Sapeva come vanno le cose del mondo, l’aveva sperimentato sulla propria pelle e soprattutto l’aveva visto tragicamente confermato su quella del suo maestro. Ad andarsene altrove, o semplicemente ad andarsene, sono di norma proprio i posseduti dalla manìa positiva: a spedirceli, o a convincerli ad andarsene, sono quelli mossi da follie di ben altro tipo. Per coltivare serenamente la ricerca della verità, pensava, occorre emigrare: magari appunto in una Repubblica ideale.
Anche Steiner è un’idealista, sia pure più pragmatico di Platone. Tra i due corrono un paio di millenni nel corso dei quali l’anelito alla verità, o meglio, alla conoscenza, è stato per la gran parte del tempo soffocato e combattuto: e tuttavia quell’anelito è riuscito lo stesso a migliorare la condizione generale dell’uomo. Questo Steiner vorrebbe fosse riconosciuto, perché solo tale riconoscimento può garantire che le conquiste umane non si traducano in una ubriacatura tecnologica e nel sonno della ragione. Non crede che i maniaci debbano emigrare, pensa che possano ancora ritagliarsi un pur minuscolo spazio di autenticità, intesa come ricerca costante di nuovi strumenti e stimoli alla comprensione, e da quello combattere la rassegnazione ad esistenze tanto più inutili e irrilevanti quanto più esibite.
Per fare ciò non ha alcun senso predicare, perché i pulpiti sono ormai tutti controllati dall’ortodossia neo-conformista dello spettacolo e del consumo, e perché ogni voce, nell’assurda cacofonia, va comunque dispersa. È però almeno possibile sottrarsi alle ritualità demenziali create dalla “medializzazione” e alla ibernazione del pensiero che ne consegue. La prospettiva nasce con l’individuazione di punti di fuga. Si può ancora uscire dal coro.
Queste pagine vogliono fornire un piccolissimo contributo alla causa di Steiner e di Platone. Riusciranno poco utili ad altri, ma per la mia trincea sono un nuovo sacchetto di sabbia.