catalogo della mostra in Ovada, dal 3 all’11 dicembre 2022
Perché una “vetrina”
Dal 3 all’11 dicembre i Viandanti usciranno dalle nebbie (che sono state sino ad oggi il loro naturale habitat, e lo saranno ancora per il futuro) per proporre una testimonianza del loro operato in cinque lustri di esistenza. Non è una vetrina promozionale: non siamo depositari di verità, non imbandiamo sapienza, non cerchiamo adepti, non chiediamo finanziamenti. Semplicemente, dal momento che il sodalizio esiste da oltre un quarto di secolo, ci teniamo a far sapere a chi già ci conosce che è ancora vivo, e a chi ancora non ci conosce che ci siamo anche noi.
È una scelta che parrebbe contraddire quella che è stata sinora la nostra discrezione: ma essere discreti non significa agire nell’ombra come una società segreta. L’accesso ai nostri scritti e alle nostre immagini è sempre stato libero (e gratuito), le nuove collaborazioni sono sempre state ben accette: uniche pregiudiziali, l’uso del buon senso e la capacità di autoironia.
La mostra va letta quindi con questo spirito. Se dopo un giro completo della sala vi sarete incuriositi o divertiti, potrete già considerarvi viandanti ad honorem.
Riproponiamo di seguito il vecchio biglietto da visita dei Viandanti. Sotto una patina di retorica che oggi può anche far sorridere, e a dispetto delle situazioni diverse che gli oltre venticinque anni trascorsi hanno creato, i propositi professati all’epoca non solo sono rimasti validi, ma hanno acquistato un’attualità ancora maggiore. Viandanti per sempre, dunque.
Io sono un viandante, uno scalatore, disse egli al proprio cuore; io non amo le pianure e, a quanto pare, non posso starmene a lungo tranquillo. E qualunque destino o esperienza mi tocchi, – in essi sarà sempre un peregrinare e un salire sulle montagne: alla fine non si esperimenta che se stessi.
FRIEDRICH NIETZSCHE, Così parlò Zarathustra
Chi sono i Viandanti delle Nebbie?
Si fa prima a dire “cosa” non sono. I “Viandanti” non sono un partito politico, ma oppongono una resistenza politica ad ogni forma di omologazione istupidente; non sono un gruppo sportivo, ma praticano la disciplina sportiva più pura, quella che richiede solo buone gambe, volontà e fantasia; non sono un’agenzia di viaggi, ma promuovono una conoscenza non utilitaristica del territorio; non sono un’associazione ecologica, ma si battono da bravi indigeni per la difesa del “loro” ambiente; non sono un’accademia culturale, ma coltivano ogni manifestazione non istituzionalizzata del sapere; non sono un ordine mendicante, ma rifiutano la mercificazione di ogni idealità.
In breve, non rispondono ai requisiti di visibilità imposti dal dominio dell’insignificanza virtuale. Sono invece un’esperienza, anzi tante, diverse, continue esperienze di (r)esistenza extra-catodica e post-cellulare, cioè di vita degna di questo nome, di amicizie, di letture, di escursioni, di convivi, di scoperte, che non vogliono essere consumate in un arcadico distacco, ma vanno trasmesse nelle forme più semplici, dirette e genuine, attraverso le quali è possibile esprimere sogni, idee ed emozioni, ed invitare gli altri ad esserne partecipi (e non spettatori).
Wanderers forever
C’era una volta, tanti e tanti … beh, insomma, una ventina d’anni fa, un gruppo di amici, di quelli messi assieme dalle circostanze della vita e dalle passioni in comune anziché dall’anagrafe, che si ritrovavano sempre più spesso a frugare tra gli scaffali di una caotica libreria ovadese, a camminare lungo i sentieri del Parco di Marcarolo o a cenare in un capanno sperduto nella campagna. Era un’allegra brigata, a metà strada tra il cenacolo intellettuale e la compagnia del calcetto …
Storia del logo
La storia del logo dei Viandanti merita di essere raccontata. Dunque: siamo nel novembre del novantacinque e i Viandanti delle Nebbie hanno organizzato in Ovada una mostra su Il West nel fumetto italiano, che ospita tra le altre cose una sezione dedicata alle illustrazioni di Renzo Callegari. In occasione della chiusura provo a contattare, (senza molte aspettative ma nemmeno cerimonie, una semplice telefonata da uno sconosciuto) il maestro, che sembra incuriosito e si presenta in effetti puntuale, accompagnato da un paio di allievi della sua scuola di fumetto di Rapallo. Chiusa la mostra, li invitiamo a cenare con noi al Capanno, già all’epoca sede ufficiale dei Viandanti …
Come è nato il Capanno
Credo che anche la storia del Capanno, come quella del logo, meriti di essere raccontata.
È andata così. Quando ancora erano in vita i miei genitori avevo l’abitudine di trascorrere tutte le sere, subito dopo cena, una mezzoretta con loro (abitavano al piano inferiore). Si commentava la giornata, si programmavano i lavori, a volte semplicemente seguivo assieme a loro il telegiornale. All’epoca (parlo di venticinque e passa anni fa) ero affetto da una sorta di compulsione a disegnare, cosa che mi portavo dietro sin dall’infanzia. Era probabilmente un modo per isolarmi dagli altri e per evadere nei miei mondi fantastici …
Istruzioni per l’uso del sito, della mostra, della mappa
I materiali prodotti dai Viandanti in tutti questi anni sono ospitati nel sito https://viandantidellenebbie.org/. Ma è sufficiente digitare “Viandanti delle Nebbie” per trovarci. Una volta entrati nella home appaiono sulla destra del monitor una serie di voci che aprono altrettante sezioni. Sempre sulla destra, scendendo, trovate gli elenchi di quanto è stato pubblicato anche in formato cartaceo. Sulla sinistra potete aprire direttamente gli interventi più recenti. Nella parte bassa della home scorrono infine immagini tratte dagli album. Non troverete cookies o messaggi promozionali di alcun genere.
Tutti i materiali sono consultabili e scaricabili gratuitamente.
La mostra prevede alcuni pannelli iniziali di presentazione del sodalizio, per passare poi a proporre le copertine di tutti i volumetti editi dai Viandanti. I codici QR presenti su ciascuna copertina aprono direttamente alla consultazione integrale dei libretti. Sono esposte anche le locandine delle mostre curate dai Viandanti, oltre ad una serie di pannelli tratti dalle stesse. Gli esemplari delle pubblicazioni cartacee sono disponibili per una presa di visione, ma comprensibilmente non per l’asporto.
La mappa che potete consultare nelle pagine seguenti è stata costruita per suggerire ai visitatori del sito e della mostra una serie di itinerari percorribili attraverso le nostre pubblicazioni. In effetti i percorsi avrebbero potuto essere molti di più, o essere tracciati tenendo conto di direzioni diverse: ma preferiamo siano eventuali visitatori o estimatori del sito a riconoscerli e a costruirli. Le “stazioni” non rispettano un ordine cronologico di pubblicazione, ma un semplice gioco di rimandi. In alcuni casi sono poste all’incrocio di diverse linee, in quanto fruibili lungo più itinerari: ma in realtà la cosa potrebbe valere per quasi tutte le pubblicazioni. Come potrete constatare, nessuna linea prevede stazioni terminali. Il cammino di un Viandante è sempre aperto.
la prima versione della mappa
Mappa dei sentieri in utopia
Parole in cammino
Durante il periodo di apertura della mostra sono previsti tre incontri pubblici, mirati a presentare il lavoro del sodalizio dei Viandanti, a giustificarne per quanto possibile lo spirito e a suggerire ai visitatori alcune possibili modi per gustarlo e per trarne, se non briciole di sapere, almeno un po’ di piacere.
Con queste premesse è evidente (ma lo era già dai titoli) che gli argomenti proposti saranno solo dei pretesti per spaziare in lungo e in largo, come facciamo abitualmente nei nostri testi, tra natura e cultura, realtà e fantasia, quotidianità e storia.
Abbiamo immaginato questi incontri non come conferenze o, peggio ancora, come “dibattiti”, ma come amichevoli conversazioni dalle quali tutti i partecipanti escano possibilmente con la voglia di rivedersi ancora. Come uno scambio non pedantesco di esperienze, tale magari da indurre qualcuno ad andarsi a leggere ciò di cui ha sentito parlare, a riflettere sui temi che sono stati toccati, a rassicurarsi sul fatto che il regime dei social e dei talk show non ha ancora occupato tutti gli spazi.
Le titolazioni assegnate agli incontri riflettono naturalmente, sia pure in maniera molto sommaria, gli interessi comuni ai curatori e ai visitatori del sito. Ma chi appunto il sito già lo conosce sa che questi interessi non sono mai “specialistici” e vengono coltivati in campi aperti e con metodi tutt’altro che canonici. E chi non lo conosce potrà verificarlo integrando gli incontri con qualche incursione nel nostro catalogo. Sarà il benvenuto.
Comunque, per fingere un minimo in più di informazione, negli incontri saranno (grosso modo) trattati i seguenti temi:
- Viaggi e peregrinazioni | Perché si viaggia. Storia dei viaggi e storie di viaggio. Pensare con i piedi. Tipologie della letteratura di viaggio.
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Le motivazioni di un viaggio
Perché viaggiare? Bruce Chatwin, autore di un libro il cui titolo era già esaustivo (“Anatomia dell’irrequietezza”) si chiedeva, con una domanda ovviamente retorica: “perché divento irrequieto dopo un mese nello stesso posto, insopportabile dopo due [mesi]?”. In questa domanda, e nelle sue mille risposte possibili, vi è già tutto il succo della questione. Al netto di ogni considerazione collaterale …
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- Biografie e bibliografie | L’importante è non nascere adatti. Vizi privati e pubbliche virtù. Confessioni di un bibliopatico. Perché si mente dicendo di aver riletto un libro.
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Biografie e bibliografie
Provo ad andare al nocciolo della questione. Perché si scrive? Camillo Sbarbaro, presente nell’ultimo Ritratti di famiglia dei Viandanti, risponde ironicamente: “si scrive per essere notati, e si continua a scrivere perché si è noti”. Proprio lui che per cercare di fare i conti con la figura paterna ha scritto poesie che valgono vent’anni di sedute psicoterapiche. Non scherziamo. Scrivevano eroi come Levi, Fenoglio, Leopardi, Foscolo, Dante. Ma scrivevano anche borghesi tranquilli come Gozzano, Montale, Eco, Saba. Se proviamo a mettere in relazione le loro biografie e le loro bibliografie …
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Ancora su “Biografie e bibliografie”
Sono convinto che la biografia sia importante per comprendere l’opera di un autore o, meglio, le motivazioni che l’hanno indotto a scrivere e magari a scegliere certe tematiche invece di altre. Ma nella biografia vanno comprese le influenze che cultura e letteratura, cioè le letture fatte, la bibliografia esperita, hanno esercitato su di lui …
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- Natura e cultura | Siamo un tragico errore della selezione naturale? Le storie che ci siamo raccontati. La memoria e il piagnisteo. Quattro salti nella cultura (in offerta).
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Natura e letteratura per cammini di viandanza
Ad avvicinare coloro che sarebbero poi diventati i Viandanti delle Nebbie, prima ancora che nascesse l’amicizia, furono le comuni letture di libri nei quali il rapporto con la natura veniva proposto senza eccessive epiche parolaie. È stato quindi decisivo per ciascuno individuare le coordinate per le proprie letture in scrittori che avevano messo al centro della narrazione il rapporto con il bosco, la montagna, il mare o semplicemente con la quotidianità contadina …
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I Quaderni dei Viandanti
I Quaderni sono nati con l’intento di raccogliere in volumetti e rendere disponi-bili per eventuali estimatori (?)i materiali pubblicati su Sottotiro review. E così è stato, almeno per i primi due o tre libretti. Poi la cosa ha ci preso la mano, e si è tra-sformata in una vera e propria impresa editoriale …
Gli Album dei Viandanti
Un viandante non è un viaggiatore. Non si limita a superare occasionalmente delle distanze, ma percorre degli itinerari, connota degli spazi. E dal momento che nemmeno è un pendolare, questi spazi, questi itinerari sono sempre diversi. Il viaggio è la sua vita, lo spostamento è la sua meta …
Gli sguardistorti
È il proseguo di Sottotiro review in modalità digitale, per quel che possiamo fare noi restii al digitale. Ci autorizziamo a lanciare degli sguardi nella rete che hanno la presunzione di proiettare delle occhiate “ostinate e contrarie” verso ciò che il quotidiano ci offre. Sono sguardistorti verso un mondo di cui dichiariamo la nostra difficoltà a comprenderne i meccanismi autodistruttivi, ma che ci stupiamo a scrutare per indagarne le distopie …
La sottotiro review
Sottotiro è una rivista nata nei primi anni novanta dello scorso secolo in Toscana. Dopo un paio di numeri e un lungo letargo è rinata in Piemonte, nelle colline ovadesi. L’intento era quello di costituire, nel suo piccolo, un tramite e un luogo di contatti, di scambi culturali, di amicizie e (magari!) anche di discussioni. Per un certo periodo lo è anche stata, e non solo a livello strettamente locale: non avrà inciso sull’opinione pubblica, ma ha senz’altro contribuito, tramite il comune impegno, le discussioni redazionali, gli incontri necessari per costruirla materialmente, a creare o a rinsaldare amicizie …
La Biblioteca del Viandante
La Biblioteca raccoglie diverse opere attinte dalle fonti più disparate, che potrebbero riuscire interessanti per altri frequentatori del nostro sito. Avremmo potuto fornire semplicemente le indicazioni per rintracciarle, ma ci sembra di offrire un servizio utile proponendole in PDF, che consente di scaricarle direttamente in formato stampa. Si tratta in genere di testi di pensatori pochissimo conosciuti, o sconosciuti del tutto, difficilmente reperibili in commercio, oppure di antologie …
Amici
La mostra è dedicata agli amici che in questi venticinque anni hanno percorso coi Viandanti un ultimo tratto della loro strada. Poi si sono congedati, ma il loro cammino non si è interrotto. Gli amici ci lasciano, ma non scompaiono: e oggi sono presenti con noi in questa sala.
Non vogliamo raccontarli, l’hanno già fatto loro stessi, ciascuno a modo suo. Chi volesse conoscerli meglio può trovarli sul sito (per Mario Mantelli, oltre ai suoi libri – Di cosa ci siamo nutriti e Viaggio nelle terre di Santa Marta e San Rocco – e ai quattro Quaderni di prose e di poesie pubblicati dai Viandanti, si possono leggere: Una raccolta di silenzi; Arrivederci, maestro!; Visite guidate nei giardini della memoria; Che belle figure!. Per Armando Cremonini, Il collezionista. Per Gianmaria Olivieri Un viandante parte in sordina. A Piero Jannon è dedicato l’Albo A spasso con Piero, Per Gianni Martinelli parlano le immagini de Il West nel fumetto italiano: sono quasi tutte tratte dalle sue raccolte).
Quelli che dormono sulla montagna
Quando i Viandanti delle Nebbie si misero alla ricerca di riferimenti ideali si imbatterono quasi per caso negli Yamabushi. I riferimenti ideali sono importanti, soprattutto se sono abbastanza lontani nel tempo e nello spazio da rimanere ideali. Per noi gli Yamabushi erano perfetti: stavano dall’altra parte del globo ed erano praticamente spariti dalla circolazione da almeno un secolo e mezzo. In più, anche in piena New Age li conosceva nessuno (tanto che per un attimo l’idea di riesumarli ci ha sfiorato, e resto convinto che avremmo trovato adepti) e i loro rituali erano impegnativi solo sul piano fisico. Adoravano come noi le montagne, le salivano come noi, come noi le rispettavano, senza provare alcun bisogno di domarle e di sconfiggerle. Non c’era da cambiare una virgola nel nostro atteggiamento e nei nostri comportamenti. Gli Yamabushi sono quindi …
Quei cretini di Dunning e Kruger
I Viandanti delle Nebbie sono da sempre consapevoli della prevalenza del cretino, tanto da auspicare emendanti spedizioni di massa alla chiesa francese che ospita il sarcofago di San Menulfo, antico miglioratore delle sinapsi di chiunque introduca il capo nel suo apposito orifizio (rimando all’articolo “Il decretinatore”). Dò il mio piccolo contributo al dibattito presentando l’“effetto Dunning e Kruger”, scoperto nel 1999. Dunning e Kruger sono due simpatici psicologi che hanno dimostrato scientificamente il motivo per cui individui incompetenti in un campo tendano a sopravvalutare le proprie abilità …
Tracce e impronte
Il mondo lo si può “camminare” in vari modi, da soli o in compagnia, di fretta o in tutta calma, motivati da una scelta o spinti da una necessità; così come sono svariati i mezzi, oltre ai piedi, grazie ai quali si può viaggiare. Ma gli atteggiamenti fondamentali che inducono a incamminarsi per il mondo sono riconducibili in linea di massima a due: la semplice voglia di scoprirlo, magari in cerca di rifugio, e viverlo, oppure il desiderio di raccontarlo, studiarlo o conquistarlo. Nel primo caso sulla polvere o sul fango della strada percorsa si lasciano soltanto delle tracce, che vengono prima o poi spazzate via dal vento del tempo o dilavate dalle acque, mentre rimangono fortemente impresse nell’animo; negli altri casi si marcano invece delle impronte, a volte talmente profonde e durature che quel mondo vanno anche a modificarlo. E qualche volta accade anche che le orme involontarie diventino letteralmente impronte rivelatrici, come nei casi di Laetoli, dell’isola di Calvert o del deserto del Nefud.
Le pagine qui raccolte sono dedicate a uomini che il mondo lo hanno percorso nell’una e nell’altra maniera, in piccolo o in grande, con differenti intenti e nei contesti temporali più lontani, accomunati comunque dal desiderio di conoscerlo e di lasciare una traccia, almeno scritta, del loro passaggio. Si va dai grandi esploratori e dai camminatori instancabili a personaggi semisconosciuti, ai dilettanti del camminare, dell’arrampicare o del viaggiare, in una varietà che spiega, anche se forse non giustifica, il “vario stile” delle trattazioni. La continuità tra costoro è assicurata non da ciò che hanno fatto, hanno visto o hanno descritto, ma dallo spirito col quale hanno esaltato una naturale disposizione biologica traducendola in una scelta culturale.
Quanto poi tale scelta sia stata positiva o meno per l’umanità lo lasciamo discutere agli osservanti del “politically correct”: per quanto ci riguarda, crediamo si tratti di una diatriba stupida, o perlomeno inconcludente, perché quello di ampliare e allontanare sempre più il proprio orizzonte è per l’uomo un istinto, dettato dalla necessità di sopravvivenza, sin dal momento in cui ha assunto la postura eretta. Forse non ha ottemperato appieno all’imperativo di Ulisse, e nel suo peregrinare ha perseguito più “canoscenza” che “virtute”: ma questa è un’altra storia, e l’affronteremo altrove.
Mutazioni
Le vespe sono tornate a nidificare nella mia libreria. Accade da cinque o sei estati, prima non si era mai verificato. Probabilmente ne è entrata una per caso, ha apprezzato l’ambiente e lo ha comunicato alle altre. Le vespe, a differenza dei cristiani, comunicano molto e hanno una formidabile memoria della specie. Magari si tratta delle discendenti di quella prima esploratrice, immigrate di terza, quarta o quinta generazione, che ormai considerano casa mia anche la loro …