Nuovi iPhone: riflessioni a valle (o a monte?)

di Marco Moraschi, 16 settembre 2018,da sguardistorti n. 04 – ottobre 2018

Il 12 settembre è andata “in onda” la cosiddetta “messa laica”, come qualcuno ama chiamarla, ovvero c’è stato il tanto atteso evento di pre-sentazione dei nuovi modelli di iPhone da parte di Apple. Dopo ormai molti anni che seguo in diretta gli eventi di presentazione dei nuovi prodotti tech, non potevo perdermi neanche questo, che infatti ho se-guito con interesse. Con interesse non perché io sia intenzionato ad ac-quistare l’ultimo modello di iPhone (anzi, non ne ho mai avuto uno), ma perché, da ingegnere e da appassionato, trovo interessante seguire l’evoluzione della tecnologia e dell’elettronica di consumo anno dopo anno. Per contro, occorre dire che, soprattutto in ambito smartphone, il mercato è diventato abbastanza noioso, con dispositivi che si assomi-gliano tutti e che si copiano l’un l’altro. Naturalmente anche quest’anno i nuovi iPhone sono i più tutto di sempre: i più belli, i più potenti, i più grandi. Sparito lo storico design con cui abbiamo conosciuto l’iPhone nel 2007, i nuovi iPhone hanno linee di design ispirate all’iPhone X visto lo scorso anno, ma con schermi più grandi, processori più potenti, nuove fotocamere e nuovi colori. Per dovere di cronaca occorre dire, però, che sono anche i più pesanti, i più invadenti e, last but not least, i più costosi.

Proprio questi ultimi punti, nonostante le novità presentate, credo debbano essere tenuti in considerazione per un bilancio che sia sincero. In un altro articolo ho già espresso le mie perplessità in merito al mondo degli smartphone, ma ci sono tuttavia alcuni punti che vorrei rimarcare e che traspaiono dalle ultime novità di casa Apple (come di tutte le altre case di produzione peraltro, il keynote Apple del 12 settembre è solamente il “casus belli“). Seguendo la presentazione ho infatti storto il naso in ben più di un’occasione; la più consistente è stata quando i nuovi iPhone sono stati presentati come dispositivi eccezionali per guardare film e fare editing video. Una premessa: non ne faccio una colpa ad Apple, se mi conoscete sapete anzi fin troppo bene che apprezzo molto l’operato di casa Apple per la sinergia tra hardware e software, che le permette di creare prodotti di eccezionale qualità e longevità. Le grandi aziende tecnologiche inseguono i trend del momento poiché ovviamente il loro obiettivo è vendere e fare profitti, non trattandosi di organizzazioni no-profit. Per chi tuttavia è un osservatore esterno viene invece naturale analizzare questi trend e chiedersi dove ci porterà questo lungo cammino fatto di piccole innovazioni. Torniamo quindi dove eravamo rimasti. Il trend attuale è sicuramente quello del mobile-first, tutto si sta spostando intorno alle piattaforme mobili che stanno passando dall’essere strumenti di fruizione dei contenuti a strumenti di creazione dei contenuti stessi. C’è tuttavia qualcuno che in questa logica perversa tenta di resistere, e il sottoscritto ne è un esempio; non perché voglia rigettare l’ingresso del digitale nella sua vita, per carità, ma semplicemente perché vorrebbe poter cogliere il meglio da ogni strumento che gli viene posto davanti, utilizzandolo per le funzioni per le quali è stato pensato inizialmente, senza stravolgimenti e forzature, in modo da trarre un reale beneficio dal suo utilizzo. Nella presentazione di Apple c’è stata qualche stortura di questo tipo, come, dicevamo, il fatto di utilizzare l’iPhone per guardare film o fare editing video. Il “cellulare” è nato con l’obiettivo di essere uno strumento utile per la comunicazione fuori casa; ben vengano alcune sue innovazioni seguenti, come il GPS per le mappe o la fotocamera integrata, ma pensare di utilizzare uno schermo di quelle dimensioni per guardare un film è francamente una stonatura. Vero è che le dimensioni degli smartphone sono aumentate a dismisura dalla loro invenzione, ma forse è proprio questo il problema, abbiamo perso di vista l’obiettivo per il quale sono nati (essere telefoni comodi da portare in giro) e quindi abbiamo iniziato ad aumentare le dimensioni dei loro display, affinché diventasse meno scomodo farci tutt’altro.

Mi chiedo inoltre quando e dove dovrei utilizzare lo smartphone per guardare un film: a casa? Sul treno? In piscina? Se la risposta è affer-mativa per la prima domanda allora c’è qualcosa che non va, perché a casa ci sono altri dispositivi molto migliori sui quali guardare un film, chiamasi computer e, ancor meglio, televisori. Se invece la risposta è affermativa alle altre due domande allora abbiamo nuovamente un problema, in quanto stiamo sprecando il nostro tempo, alimentando quelle orde di zombie che quotidianamente si vedono sui mezzi di tra-sporto: con le cuffiette e gli occhi incollati allo smartphone, ignari di qualunque altra cosa succeda loro intorno. Questa prima parte sugli smartphone più invadenti e più pesanti è già diventata sufficientemente lunga e apocalittica, proporrei quindi di passare all’ultima caratteristica: più costosi. Quest’ultima non è a mio avviso così trascurabile. Qualcuno potrebbe ribattere: se ti sembrano troppo costosi basta non comprarli! Ed effettivamente non ho alcuna intenzione di acquistare gli ultimi modelli. Di nuovo, inoltre, non facciamone una colpa ad Apple: i competitor fanno altrettanto e spesso in maniera ancora meno giustificata, ci sono fior fior di esperti di marketing che occupano gli uffici a Cupertino e inoltre, se nonostante i prezzi si continuano a vendere milioni di smartphone, significa evidentemente che non sono poi così tante le persone che trovano esagerati i loro prezzi. Trascurando chi acquista questi dispositivi per reali necessità lavorative (su le mani), per la maggior parte (maggior parte = non tutti) delle altre persone è probabilmente diventato un vezzo, simbolo di una rivalsa di successo che non si riesce ad ottenere in altri modi, di una insoddisfazione personale e di un’infelicità che non si riesce a colmare diversamente. Se per le classi più abbienti un iPhone è uno status symbol che si può ottenere con poca fatica, per molte altre persone è un costoso sacrificio che si ripaga facendo mostra di sé quando viene estratto dalla borsetta o dai pantaloni. Nel caso del modello più costoso presentato, stiamo infatti parlando di un esborso che supera i 1600€, ovvero più di una mensilità media in I-talia, che si attesta intorno a quota 1500€. Trattandosi di una media, è ovviamente “mediata” da chi ha stipendi molto più alti (decine di mi-gliaia di euro) e molto più bassi (sotto i 1000€ mensili). Ognuno con i propri soldi può ovviamente far ciò che vuole e infatti non si sta discu-tendo questo: tutti spendiamo soldi in maniera più o meno sensata se-condo i nostri gusti, che sono tutti diversi e opinabili. Il punto qui però è un altro: perché siamo arrivati a prezzi così folli per gli smartphone? Considerando il fatto che i giganti tech dispongono da soli di capitali superiori a quelli di molti stati sovrani (Apple e Amazon, per esempio, sono le prime due società al mondo ad aver superato una capitalizza-zione di 1000 miliardi di dollari USD) e che nel mondo il 99% della ric-chezza è in mano all’1% delle persone, visti inoltre i numeri di vendita, significa che molte persone, pur non potendo permetterselo, sono di-sposte a pagare queste cifre per l’acquisto degli smartphone. Perché? In definitiva, a parte qualche accenno qui sopra, non ho una risposta. Tutto ciò che mi sento di dire è che forse dobbiamo riconsiderare il nostro rapporto con la tecnologia, per non venirne infine fagocitati. Non è quindi forse un caso se il nuovo iPhone si chiama XS, che letto in inglese suona “Ex-Es”, fin troppo simile a “excess”, eccesso.


 

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