di Maurizio Castellaro, 19 ottobre 2025 [1]
Le “ariette” che postiamo dovrebbero essere, negli intenti del loro estensore, «un contrappunto leggero e ironico alle corpose riflessioni pubblicate di solito sul sito. Un modo per dare un piccolo contributo “laterale” al discorso». (n.d.r).
Sempre più spesso di fronte alle notizie dalla Palestina ripenso alla Shoah e alla nascita di Israele come tentativo dell’Occidente di un risarcimento impossibile, come speranza di purificazione di una ferita aperta, ancora e per sempre. L’inconcepibilità di Auschwitz si rovescia nell’inconcepibilità di un Israele terra promessa inventata, legittimata dalla forza, che afferma l’insostenibilità del suo esistere aprendo ferite inguaribili attorno a sé e dentro di sé. Il veleno che ancora oggi intossica le nostre vite e i nostri pensieri è stato prodotto nelle camere a gas dei lager nazisti, ed è sempre attivo. Ne bastano poche gocce per inquinare per sempre i mari delle buone intenzioni.
[1] L’immagine d’apertura è di Anselm Kiefer, “Angeli caduti”.



