Ariette 22.0: Cartolina dall’Andalusia

di Maurizio Castellaro, 17 agosto 2024

Le “ariette” che postiamo dovrebbero essere, negli intenti del loro estensore, «un contrappunto leggero e ironico alle corpose riflessioni pubblicate di solito sul sito. Un modo per dare un piccolo contributo “laterale” al discorso». (n.d.r).

Tra 1200 e 1400 la corazzata della Reconquista spagnola ha lentamente preso possesso della penisola iberica, strappando agli arabi una città dopo l’altra, in infiniti assedi. L’identità della nazione spagnola si è forgiata nella forza della stessa fede armata che ha mosso le Crociate in Terra Santa. Anche la Spagna in fondo era diventata terra straniera, dopo cinque secoli di dominazione araba. La normalizzazione cattolico-romana della penisola è uno dei tanti trionfi raccolti nella storia dall’alleanza tra trono e altare. Dal lato religioso l’Inquisizione, i pogrom, gli autodafè hanno smascherato le false conversioni dei moriscos e dei marrani. Dal lato politico e sociale la difesa della limpieza de sangreha discriminato ed escluso dalla crescita economica e sociale chi non avesse il giusto pedigree religioso. Conseguente e inevitabile in questa prospettiva l’espulsione forzata dei musulmani ed ebrei che avevano creduto nella possibilità di una coesistenza coi cristiani. Ne è uscita fuori una Spagna indebolita ma in purezza, inizialmente benedetta dai fiumi di ricchezze provenienti dalle colonie americane. Una nazione che, prima di passare la mano, si è celebrata per almeno un paio di secoli nelle sue chiese scintillanti costruite sopra le antiche moschee e nei palazzi costruiti sopra le rovine degli alcazar. Eppure ritorno dal mio viaggio in Spagna portandomi nella memoria soprattutto i visionari giochi d’acqua e di luce del palazzo Nasride dell’Ahlambra a Granada, i lamenti e ritmi “blues” del flamenco inventato dai rom emarginati e costretti a tornare a vivere nelle caverne, o il pensiero di Spinoza, l’ebreo portoghese perseguitato ed esule, che ancora oggi riesce a re-insegnarci la beatitudine. Può sembrare un paradosso andare in Spagna e rimanere ammaliati soprattutto da ciò che la Spagna ha cercato inutilmente di distruggere o di espungere da sé con tutte le sue forze. Ma forse è proprio questa la cosa più interessante e piena di futuro che la Spagna riesce ancora ad insegnarci oggi.

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