Ma “artisti”, si nasce o si diventa?

di Paolo Repetto, aprile 2010

Se vi aspettate una risposta all’interrogativo posto dalla titolazione di questo articolo cambiate pagina. Io la risposta non ce l’ho, e dubito che qualcuno possa darla. Posso invece aiutarvi a capire meglio qualcos’altro, che ha comunque molto a che fare con il tema.

Restringo dunque il campo e riformulo così la domanda: cosa accade in un Liceo artistico?

Nell’immaginario collettivo, quello creato dalle fiction televisive e dalle leggende metropolitane in vendita al supermercato, un Liceo Artistico è una specie di zona franca, una terra di nessuno nella quale ciondolano e bivaccano giovani un po’ fricchettoni, persi nelle nuvole di un presente incerto e inermi di fronte a un futuro tempestoso. Ci piaccia o no, l’immagine è quella (e magari qualcuno tra gli studenti, e non solo tra loro, se ne compiace anche).

Bene; anzi, male, malissimo, perché le cose non stanno affatto così. La mostra “EX-CELL-ENT. LE PORTE INIZIATICHE DELL’ARTE”, che dal 18 aprile rimarrà aperta per dieci giorni presso il Centro Comunale di Cultura di Valenza, è lì apposta per sostenere il contrario. Si tratta di una mostra vera, perché non ha alcuna funzione celebrativa, ma un chiaro intento “dimostrativo”: vuole raccontare dei percorsi, quelli che gli studenti di un Liceo Artistico compiono per arrivare a disciplinare e a liberare la loro creatività nei risultati che potete ammirare, e dire chi sono questi ragazzi.

Cominciamo da questi ultimi. Chi frequenta il Liceo Artistico è in genere motivato da una disposizione, vera o presunta, all’espressività creativa. Impara presto, dal confronto con i docenti, con le discipline, con i compagni, che con questo solo bagaglio si va poco lontano, e che occorre educare il proprio talento, rivestirlo di un abito di competenze appropriate e metterlo ordinatamente in valigia. Qualcuno invece è attratto solo dall’immagine che citavo sopra, ma ha modo di ricredersi alla svelta: e dallo stesso confronto impara magari a scoprire dentro sé abilità, disposizioni, sensibilità di cui non aveva neppure il sospetto. E lo fa attraverso il lavoro.

Questi percorsi non sono infatti passeggiate al chiar di luna, ma distanze guadagnate faticosamente in migliaia di ore di studio e di esercitazione, consumando non scarpe ma matite, carta e pennelli; e conducono a mete che hanno a che vedere di striscio con certificazioni e diplomi, mentre riguardano essenzialmente la consapevolezza di sé e delle proprie capacità, la sensibilità per il bello, il piacere di goderne e la soddisfazione di trasmetterlo.

Tutte belle cose, si dirà: ma col futuro tempestoso, come la mettiamo? Che prospettive hanno questi ragazzi? Ora, il termine prospettiva deriva da prospicere, guardare avanti, e si può guardare innanzi a sé in vari modi: tenendo gli occhi bassi, cercando nel raggio breve di ciò che è più immediatamente visibile la prima pietra su cui posare il sedere, oppure alzando lo sguardo e spingendolo verso l’orizzonte, anzi, spingendo l’orizzonte sempre un po’ più in là. Nel primo caso è chiaro che un Liceo Artistico è la scuola meno adatta ad assicurare ancoraggi nell’orto dietro casa; ma nel secondo, se si ha cioè la voglia e la capacità di guardare ad alzo d’uomo nel variegato panorama del presente, c’è solo da scegliere. Ci rendiamo conto o no che la nostra è la civiltà dell’immagine? Che dietro ogni tubetto di dentifricio, ogni involucro per mozzarelle o cioccolata, ogni oggetto per la stanza da bagno o per il tinello, per non parlare delle auto, dell’abbigliamento, di tutto ciò che ci circonda, ci sono un’idea, uno disegno, uno studio di funzionalità e di gradimento? Che è questo il campo in cui noi occidentali ancora possiamo competere, visto che sarà difficile battere in quello produttivo chi non solo non ha l’articolo diciotto, ma nemmeno i diciassette che lo precedono?

C’è di tutto in questa mostra: si va dalla progettazione al figurativo puro, dalla riproduzione di capolavori celebri all’ideazione di nuovi sguardi, dall’irruenza del colore alla disciplina delle matite e dei chiaroscuri. Ce n’è per tutti i gusti, e confido che davvero vi divertirete. Ma vorrei soprattutto che coglieste ed apprezzaste il lavoro, quello degli studenti e quello dei loro docenti, che sta dietro a ciascuna delle opere esposte e che garantisce per il futuro dei loro autori.

Altro che terra di nessuno!

 

Pietre. Arte per fede, non per opere

catalogo della mostra di scultura del gruppo “Artisti per fede” che si svolse presso la Loggia di San Sebastiano ad Ovada il 16 e 17 agosto 1997
Pietre Arte per fede, non per opere copertinafotografie e immagine di copertina di Enzo Capello

Il significato dell’arte della scultura

Arte per fede, non per opere

Dell’assoluto valore dell’opera  e della relatività dell’artista

Perché “Pietre”

Chi sono gli “Artisti per Fede”.

Opere esposte

Il significato dell’arte della scultura

Dalle epoche più remote sino ad oggi, la scultura ha agito sul mondo materiale con un atteggiamento predatorio e mutilante. L’uomo, nella sua costante tensione a farsi Dio, ha ritenuto di poter intervenire liberamente sulla natura per modificarne forme e dimensioni e per attribuire ad essa dei propri significati. Il suo agire è stato un incessante tentativo di sostituire alla simbolizzazione naturale un mondo di segni e di messaggi che, trascendendo la materia, avrebbe dovuto fondare una rete di significati finalizzati alla celebrazione della sua ascesa e distacco dal mondo materiale. Tutto ciò ha determinato sia un profondo squilibrio nella originaria perfezione artistica della natura sia una pericolosa illusione creativa nell’uomo, che, man mano, si è risolta in un’avvilente deriva consumistica.

Ma che significato artistico possono avere grandi opere di pietra o di altro materiale inserite in un contesto umano che è la negazione della purezza estetica? Come è possibile ritenere arte la seriazione di un prodotto di laboratorio? E che dire dell’evento plastico che coinvolge strutture che l’uomo ha costruito per la sua sopravvivenza? Lo straordinario vitalismo del concetto umano dell’arte non corrisponde affatto all’espressione artistica intesa come comunione intima tra uomo e materia, in cui l’uno e l’altra subiscono un influsso magico che ne modifica irresistibilmente sia la presenza sostanziale che i significati riposti. Pertanto, pensare alla scultura oggi non può che essere un atto di contrizione nei confronti del cammino compiuto dall’uomo in nome dell’arte, nel quale hanno prevalso a più riprese ragioni diversamente soggettive, incapaci di cogliere l’oggettività artistica del reale materiale. La rinuncia a questo tipo di atteggiamento è il primo passo per intraprendere un percorso inverso in cui sia la materia ad imporsi finalmente all’uomo.

Pietre Arte per fede, non per opere Locandina mostra

Arte per fede, non per opere

Il concetto dell’arte per fede deriva dalla convinzione che soltanto nella purezza dell’intuizione trascendentale possa svilupparsi il meccanismo della produzione artistica. Per produzione qui non si intende assolutamente una attività di manipolazione, ma la visione profetica che l’artista deve avere di un oggetto affinché esso assuma significato artistico. Ciò non deve però confondersi con un qualsiasi atteggiamento soggettivistico in quanto l’intuizione non nasce dentro il mondo di fantasmi della mente umana, ma è una lacerazione di quel velo di Maia che ricopre l’in-sé delle cose e lo difende dalla banalità dell’esistenza. Solo un individuo che si liberi di ogni sovrastruttura culturale e mondana può essere in grado di operare questo strappo e di riconoscere oggettivamente quei segni che la natura imprime sulle cose per distinguerle e per significarle. L’atteggiamento ideale dell’artista per fede è quello dell’asceta salmodiante che cerca la sua illuminazione arrancando su per torrenti e montagne e non si aspetta assolutamente niente perché sa che l’intuizione artistica è un bene oggettivo che ti coglie e non si fa cogliere. È importante che uno sia preparato a ricevere come in una sorta di unzione questo momento speciale, che lo astrae dal resto degli uomini e gli consente di dialogare con un mondo materiale che ha le sue leggi e le sue geometrie. Nel suo percorso l’artista per fede incontrerà sia simboli isolati sia luoghi sacri per l’abbondanza di questi simboli, che dovrà saper riconoscere in silenzio e rispettare come se fosse di fronte ad una rivelazione.

L’arte per fede non è comunicabile, tanto meno insegnabile, perché non esiste alcuna tecnica umana che possa cogliere l’assoluto della bellezza naturale così come questa intuizione spirituale. L’arte per fede è macerazione, e il godimento estetico dell’oggetto materiale presuppone anche un rapporto fisico con esso che deve inevitabilmente gravare sulle spalle e sulle braccia dell’artista, il quale non si stancherà mai di portare e riportare l’oggetto artistico come se fosse la croce di una solenne processione.

Ma perché dunque una mostra di pietre scaturita dall’arte per fede? Se quest’arte è godibile pienamente soltanto nel contesto della natura, perché dunque sottrarla ed esporla in un contesto umanizzato e addirittura predisposto all’evento? L’arte per fede non è una concezione d’arte parcellizzata, legata soltanto ad un’espressione artistica in senso stretto. Essa è una vera e propria interpretazione del mondo, un modo di ristabilire il rapporto tra uomo e natura che la civilizzazione moderna ha completamente dimenticato. Proporre oggetti artistici individuati per fede è dunque un tentativo di far riflettere l’uomo sulla sua presunzione manipolatoria e macchinistica e di riavvicinarlo ad un approccio silente e religioso con il creato. Il rito di ricollocazione esatta nei luoghi di asportazione degli oggetti artistici individuati per fede è un gesto profondamente religioso che sancisce inequivocabilmente il carattere effimero dell’arte per l’arte e la grandiosità panica dell’arte per fede.

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Giuseppe Schepis, Antonio Cammarota e Gianni Repetto

Dell’assoluto valore dell’opera e della relatività dell’artista

L’opera, imperitura testimonianza di una realtà superiore, ha un valore che prescinde dall’identità di colui che, in veste di artista, è in realtà solo un tramite fra l’assoluto e il mondo umano. L’artista dà voce, è strumento di comunicazione passivo, caduco, corruttibile. Solo la realtà materiale frutto della creazione divina possiede il dono dell’oggettività imperitura, capace di sfidare gli strali del tempo, eterna e luminosa.

Il Tao degli “Artisti per Fede” è specchio di questa verità disvelatrice. Le opere, con la loro greve presenza, sono capaci di squarciare il Velo di Maia che ci separa dall’illuminazione.

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Perché “Pietre”

Il gruppo “Artisti per Fede” ha rivolto il suo sguardo illuminato alle pietre perché ritiene che in esse sia contenuto il significato più profondo della purezza della materia. La pietra, elemento fondante della nostra esistenza materiale, è anche esattamente l’opposto, cioè l’oggetto che può esprimere il più alto senso di spiritualità tra tutti quelli che ci circondano. La durezza, l’acutezza, la levigatezza della pietra corrispondono ai connotati spirituali dell’animo ascetico che, come pietra, urta contro tutte le presenze molli della vita materiale. La pietra ha accompagnato l’uomo nella sua storia, ed egli ha un debito nei suoi confronti enorme, non tanto per i diversi usi che ne ha fatto, ma perché raramente ha saputo cogliere il messaggio di perfezione spirituale e artistica che essa aveva innato. La pietra è stata il primo oggetto materiale che l’uomo ha cercato di manipolare e, nonostante comprendesse il tragico destino a cui egli l’avrebbe condannata, ha accettato silenziosamente di svolgere questo ruolo servile, aspettando con pazienza il momento in cui l’uomo nuovo fosse stato in grado di ristabilire con essa il giusto contatto di reciproca rigenerazione. La pietra è ciò che infonde forza all’uomo solo e gli consente di contare su un simbolo sicuro perché scevro di mutazioni relativistiche: la pietra è pietra, non vuole essere alto o apparire diversa da quello che è; è’ certezza fisica e metafisica, l’unica che ci assorba completamente; la pietra è dolce e tenera, aspra e acuminata, ma non tradisce mai, perché è sempre se stessa.

Un percorso di pietre è una via verso un nuovo senso della natura che sconfigga la dimensione servile in cui l’umanità l’ha costretta nei secoli: l’animale, addomesticabile, è stato considerato l’elemento naturale a noi più vicino; la pietra invece, spesso mortale e catastrofica, l’elemento più lontano. Eppure la pietra è forse l’unico elemento in natura che riesce a corrispondere spiritualmente al nostro desiderio di assoluto. Essa è eterna, ed è la sola che può dare all’uomo il senso dell’immortalità. Chi seguirà, vivendolo misticamente ed artisticamente, questo percorso di pietre, forse riuscirà a cogliere un lembo di tutto questo.

 

Chi sono gli “Artisti per Fede”

Antonio Cammarota

Nato a Salerno nel 1967, risiede ad Ovada da lungo tempo. Ha compiuto studi tecnici presso l’ormai ex I.T.I.S. “A.Volta”. Nel 1993 si è laureato in Storia presso l’Università di Genova, dove ha approfondito, tra l’altro, gli studi sull’arte orientale (in particolare cinese e khmer). Socio fondatore del Centro Ligure di Studi Orientali ha contribuito all’organizzazione di numerose mostre sull’arte asiatica. Nel 1995 ha fondato, insieme ad alcuni amici, un gruppo di mistici erranti, cercatori unici della “pietra perfetta”. Da quel momento, durante stancanti escursioni artistiche, si è trovato più volte di fronte a vere e proprie opere d’arte, d’arte per fede. La formulazione, insieme ad altri, di questa nuova teoria estetica e di questo rivoluzionario metodo di “produzione” artistica lo colloca all’interno di un attualissimo movimento di rivitalizzazione (o di definitiva sepoltura) dell’arte.

Gianni Repetto

Nato a Lerma nel 1952, risiede a Vecchiano, Pisa. Si è laureato in filosofia presso l’Università di Genova nel 1976 e attualmente è insegnante di materie letterarie nelle scuole medie della provincia di Lucca. È autore di “Careghé”, libro “cult” della civiltà dei becelli, edito da Guaraldi nel 1996. Si occupa di teatro nella scuola ed è profondo conoscitore e fine interprete del teatro kabuki. È redattore della rivista underground “Sottotiro Review”. È il teorico di punta dell’Arte per Fede, da lui praticata fin dall’infanzia, ed è facile incontrarlo lungo i torrenti del nostro appennino intento a contemplare opere d’arte (per Fede) in religioso silenzio. La prima esperienza espositiva, una personale, risale al 1989 quando espose alla “F.Engels Halle” di Lipsia, nell’allora D.D.R.

Giuseppe Schepis

Nato a Genova nel 1968, risiede a Molare. Si è laureato in ingegneria presso l’Università di Genova nel 1996 e attualmente collabora con l’Università di Genova in attività di ricerca. Protagonista della vita politica extraparlamentare genovese, ha militato nel gruppo trotzkista “Tutti Uguali!” ed è stato redattore della rivista “La Scintilla” del circolo portuali di Caricamento. Ultimamente ha assunto posizioni di stampo anarco-ambientalista ed è approdato ai “Viandanti delle Nebbie”. È redattore della rivista underground “Sottotiro Review”. Dopo anni di pesante ostracismo nei confronti di ogni forma d’arte, ha improvvisamente scoperto per illuminazione l’Arte per Fede. Ciò ha determinato in lui una rivoluzione interiore che lo ha portato a vagabondare per picchi e per valli alla ricerca dell’oggetto artistico naturale, inteso come una vera e propria benedizione spirituale. Ha così raggiunto quella serenità che il suo spirito inquieto andava forse cercando da tanti anni. Ha una consolidata posizione nel mondo dell’arte maturata in svariate esperienze espositive. La sua prima mostra, risalente al 1995, si è tenuta presso il circolo anarchico “Buenaventura Durruti” di Barcellona.

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Opere esposte

Pietre Arte per fede, non per opere 06Gianni Repetto
Interruzione d’Amore

Provenienza: Piota, località Palazzo

Nel pieno dell’amore, all’improvviso l’anima mi è volata via e ho sentito un grande vuoto dentro. E allora non sono più riuscito ad amare, e ogni gesto e ogni contatto è diventato una tortura. Come farò a estirpare la radice del mio tormento?

Pietre Arte per fede, non per opere 07Antonio Cammarota
Parete d’Onda

Provenienza: Piota, località Isola

Un’onda gigantesca incide la parete, imprime il suo marchio salato sulla pietra silente. Gli elementi si mescolano. Riflessi di verde. Come sono piccoli gli esseri umani …

Pietre Arte per fede, non per opere 08Giuseppe Schepis
Urla del Silenzio

Provenienza: Piota, località Guado di Fanàn

Il dolore ancestrale, il corpo contorto e spezzato, eterna tortura propria dell’esistere.

Pietre Arte per fede, non per opere 09Antonio Cammarota
Montagne Cinesi

Provenienza: Piota, località Rocche nere

Possente viluppo di piani che sembrano generarsi l’un l’altro sino all’orizzonte. Nebbie nascondono la roccia. Il Tao, afflato vitale, principio e fine, risuona in essa in eterno.

Pietre Arte per fede, non per opere 10Gianni Repetto
Foemina

Provenienza: Piota, località Testanera

Sospiro, di fronte al tuo corpo sospiro. Mi palpita il cuore, e il sangue si scalda, ribolle. Comincio a sudare, mi affanno, ho voglia di prenderti e morderti. È duro il mio sesso…
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Quando ti vedo così tenera, ho quasi paura di sfiorare la tua pelle come se temessi di sciuparti. E allora vorrei soffiarti addosso la dolcezza che m’ispiri, ma così, senza mai toccarti. Credo che se abbiamo un’anima, la tua sia perfettamente identica al tuo corpo.

Pietre Arte per fede, non per opere 12Antonio Cammarota
Demone

Provenienza: Piota, località Torroni

L’anima si increspa su cime aguzze come fondi di bottiglia, e lassù, in alto, la vera cima, irraggiungibile. Spruzzi di roccia rumoreggiano là in fondo. Qualcuno li ascolterà?

Pietre Arte per fede, non per opere 13Giuseppe Schepis
Esperienza

Provenienza: Piota, località Testanera

Ferite profonde, scalfitture infinite che rimodellano il corpo, che distorcono la mente.
Solo chi è pietra conserva la sua originale struttura.

Pietre Arte per fede, non per opere 14Gianni Repetto
Pellegrino d’Oriente

Provenienza: Piota, località Palazzo

Nero di vesti e di avventure, attraversa in silenzio il nostro tempo. Lascia messaggi per i compagni, dice che verranno numerosi. Nell’ultimo c’è scritto di una pietra che sarebbe l’anima del mondo. Lui sa dov’è, ma ha paura di non vivere abbastanza per trovarla.

Pietre Arte per fede, non per opere 16Antonio Cammarota
Vipere

Provenienza: Piota, località Villaggio Primavera

Rettili pietrosi strisciano immobili sul greto del torrente ormai asciutto. Nessuna roccia è sicura. Lei attende, digiuna e forse pensa.

Pietre Arte per fede, non per opere 17Giuseppe Schepis
Cuore di Tenebra

Provenienza: Piota, località Galleria De Ferrari-Galliera

Il mare aperto era sbarrato da un nero banco di nubi, e la tranquilla via navigabile che conduceva agli estremi confini della terra scorreva cupa sotto un cielo coperto – sembrava portare verso il cuore di una tenebra immensa.” J. Conrad

Pietre Arte per fede, non per opere 18Gianni Repetto
Spirale

Provenienza: Piota, località Guado di Fanàn

Si muove sinuosa, s’avvolge, si snoda, si libera infine.
Ha un centro la pietra, un cuore da cui parte un destino.
Si svolge a fatica, un solco nel tempo le segna la via, s’insinua, s’occulta.
Ha un centro la pietra, un sole che irradia sul mondo.
Riemerge, riprende la corsa, s’infiamma, scintilla, sudata di polvere avanza.
Ha un centro la pietra, un cerchio che sfugge il suo tondo.

 

Pietre Arte per fede, non per opere 19Antonio Cammarota
Ziggurat

Provenienza: Piota, località Fai

Davanti, non vedo l’uomo che è passato.
Non vedo, dietro, l’uomo che deve passare.
Pensando al cielo – terra infinito, solo e amaro, mi sciolgo in lacrime”.
Anonimo Cinese (VII secolo)

Pietre Arte per fede, non per opere 21Giuseppe Schepis
Segni nel tempo

Provenienza: Piota, località Testanera

Linee che provengono dal passato, tracce da seguire per ritrovare il giusto cammino, per non perdere se stessi.

Pietre Arte per fede, non per opere 22Gianni Repetto
Buddhino

Provenienza: Piota, località Isola

Il segreto sta tutto nel tondo della sua forma. La rotondità è un bene che spesso rimane segreto.

Pietre Arte per fede, non per opere 23Antonio Cammarota
Bagatelle

Provenienza: Piota, località Fai

Dopo anni quando ci ripensi capita che vorremmo proprio acchiapparle le parole che ha detto certa gente e la gente stessa per chiedergli quello che hanno voluto dirci… Ma se ne sono proprio andati!… Bisogna allora continuare la strada da soli, nella notte…
Siamo sempre in ritardo fin dal primo istante.”
L. F. Céline

Pietre Arte per fede, non per opere 24Giuseppe Schepis
Meteorite

Provenienza: Piota, località Isoletta

Venuto a violare la femminea Terra. Portatore di vita, foriero di sventura. Cadi, fremi attraverso l’atmosfera sino all’impatto.

Pietre Arte per fede, non per opere 25Gianni Repetto
Testa di Guerriero Abissino

Provenienza: Piota, località Piotta

Che dire di una testa dai capelli crespi e luccicanti come punte di lancia? E di occhi sottili ed aguzzi come steli di freccia? E di una bocca fine ed affilata come la lama di un pugnale? La testa di un Guerriero Abissino.

Pietre Arte per fede, non per opere 26Antonio Cammarota
Lovencraft

Provenienza: Piota, località Faldi

Vuote e stanche membra riposano.
Spento l’inganno, asciutto il rivolo.
Crudeltà e dolcezza incrociano gli sguardi.
Solitudine.

Pietre Arte per fede, non per opere 27Giuseppe Schepis
Figure

Provenienza: Piota, località Torroni

Linee dolci, figure femminili apportatrici di sensualità. Solo con il capo sul vostro grembo trovo la pace; solo con il corpo sul vostro corpo ritrovo me stesso; solo così tace lo spirito guerriero ch’entro mi rugge.

Pietre Arte per fede, non per opere 28Gianni Repetto
Cisti

Provenienza: Piota, località Cirimilla

S’annida e s’attacca, e poi paziente aspetta. Sa come muoversi la parassita. Pian piano s’allarga, consuma anche pareti di pietra. Un varco le basta. C’è tempo per dilagare.

Pietre Arte per fede, non per opere 29Antonio Cammarota
Ala spezzata d’angelo

Provenienza: Piota, località Faldi

Sconce immagini alle pareti.
Quadri polverosi e foto d’epoca.
Baffi virili d’uomini impettiti, lunghe gonne sensuali.
Una vita in bianco e nero.
Vecchie ali spezzate.

Pietre Arte per fede, non per opere 30Giuseppe Schepis
Moai

Provenienza: Piota, località Boscobello

Grida da un mondo scomparso, parole di trachite. Estremo tentativo di sopravvivere al tempo.

Pietre Arte per fede, non per opere 31Gianni Repetto
Cavallino arrò – arrò

Provenienza: Piota, località Rocca

– Dondola, cavallino, dondola. Portami per deserti e praterie, fammi vivere tante avventure. E non smettere mai di galoppare, perché senza di te il tempo mi fa paura. Dondola, cavallino, dondola, e sarai per sempre il mio cavallino.
– Dondolo, bambino, dondolo. Ti porterò in praterie lontane, dove non è mai arrivato nessun altro. Non smetterò mai di galoppare, perché fermarmi mi fa paura. Dondolo, bambino, dondolo, sarai per sempre il mio cavaliere?

Pietre Arte per fede, non per opere 32Antonio Cammarota
Sanguineti

Provenienza: Piota, località Testanera

Profilo di poeta.

Pietre Arte per fede, non per opere 33Giuseppe Schepis
Bifronte

Provenienza: Piota, località Cirimilla

Sdoppiamento di personalità. Mescolanza di nature diverse, nascoste da un unico viso.

Pietre Arte per fede, non per opere 34Gianni Repetto
Domus aurea

Provenienza: Piota, località Isoletta

Che luccica sparso sul mondo?
Un fuoco di vita, che accende una storia di storie. Una luce di fronte alle tenebre.
Che luccica sparso nel cielo?
Un messaggio d’amore, che brucia dagli inizi del tempo. Si congeda ogni tanto, sono migliaia gli anni, e saluta con un ultimo lampo.
Che luccica sparso sul sasso?  Una pagliuzza sottile, preziosa, che rispecchia le ansie del mondo. Se la stacchi diventa febbrile e la condanni all’alterità.

Pietre Arte per fede, non per opere 35Antonio Cammarota
Strati di cuore

Provenienza: Piota, località Boscobello

E il tempo porta via strati di cuore.
Ogni particolare sfugge. I ricordi stessi volano lontano.
Si resta nudi, bianchi, piccoli.
Come cipolle sbucciate da un Dio malvagio.

Pietre Arte per fede, non per opere 36Giuseppe Schepis
Stella d’argento

Provenienza: Piota, località Brosio

Nell’oscurità, ad un passo dall’oblio, minuscola scintilla di speranza. Perché il regno della tenebra non trionfi.

Pietre Arte per fede, non per opere 37Gianni Repetto
Straniera (contrasto)

Provenienza: Val Gesso, località Valdieri

Le pustole vaiolose della tua faccia mi fanno schifo. Sei venuta per contaminarci, per spargere il morbo della tua miseria. Non lascerò che tu prenda le mie cose e la mia gente, farò di tutto per schiacciarti.
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I fiori della tua cultura millenaria sono la mia consolazione. Sei venuta a deliziarmi, a spargere la bellezza della tua poesia. Ti offrirò volentieri la mia casa e i miei figli, nessuno oserà scacciarti.

 

Pietre Arte per fede, non per opere 38Gianni Repetto
Rapacità

Provenienza: Piota, località Piotta

Vola in tondo, l’occhio aguzzo le luccica. Vede un agnello e s’avventa. Non pensa al lamento della madre e alla sua innocenza, pensa soltanto alla sua carne. E lo becca subito negli occhi e gli dilania il ventre, perché non sopporta di sentirlo gridare. Anche per lei la fame è più forte del cuore…