Acufeni?

di Paolo Repetto, 25 novembre 2020

L’acufene non è una malattia, è un sintomo, come la febbre:
aspecifico. Può essere generato da diverse situazioni.
http://www.fondazioneveronesi.it

I domiciliari da Covid hanno almeno un lato positivo, che non è quello ottimisticamente pronosticato da molti all’inizio di tutta la faccenda, la favola delle ritrovate gioie del focolare domestico e del rinnovato rapporto tra genitori e figli o tra i coniugi (mai viste tante violenze tra le mura di casa come in questo periodo). No, sta molto più semplicemente nella forzata possibilità di perdere ogni tanto qualche ora in vagabondaggi nelle nebbie del web, e di misurare uno stato febbrile mentale collettivo che solo in parte è indotto dalla paura ossessiva e maligna ingenerata dal Covid; anzi, quest’ultima lo rende solo più immediatamente visibile.

Quando parlo di lato positivo non intendo quindi piacevole o divertente (oggi al “positivo” si associano ben altri significati); al contrario, è una esplorazione angosciante, ma che ci costringe quanto meno a prendere atto di una realtà che a dispetto del suo manifestarsi principalmente sul web è tutt’altro che virtuale. Non c’è alcuna scoperta, non rivelo niente di nuovo: è una realtà che tutti bene o male già conosciamo, e che all’occasione non manchiamo di deprecare. Ma poi la rimuoviamo immediatamente, con un moto di fastidio più che di preoccupazione, come fosse qualcosa che in fondo riguarda solo gli altri, per tanti che questi altri siano. È lo stesso atteggiamento, per intenderci, che manteniamo nei confronti dell’inquinamento ambientale: assistiamo alla crescita esponenziale del degrado, mutazioni climatiche repentine, ghiacciai che si sciolgono, acque che si acidificano o si plastificano, regioni enormi che si desertificano, come fossimo in trance, pensando tra noi e noi “non sono comunque io quello che può fare qualcosa”.

Ora, credo che fare il punto ogni tanto su questi fenomeni, che sono tra l’altro intimamente connessi, possa servire se non altro a scuoterci per un attimo dalla nostra apatia, a liquidare gli alibi che ci costruiamo e a metterci di fronte alle nostre singole responsabilità. Ciascuno potrà poi decidere se mutare qualcosa del suo comportamento, e nel caso, se farlo individualmente o cercare di agire in concerto con altri: ma se anche non deciderà nulla, non potrà almeno trincerarsi, davanti allo sguardo smarrito delle generazioni future, ma prima ancora di fronte a se stesso, dietro la scusante del “non sapevo, non mi rendevo conto”.

Dunque, parlavo di “febbre mentale”. Era un eufemismo, naturalmente. Quello di cui vado a scrivere è né più né meno che idiozia, cretinismo, stupidità, scegliete voi il termine. Ne ho già trattato ampiamente altrove (cfr. ad esempio Il mondo nelle mani degli stolti), direi addirittura che non ho fatto altro, ma sempre in termini molto generali, teorici, oppure stigmatizzando fenomeni singoli, quasi in forma di un divertissement preoccupato ma in fondo distaccato. Vorrei invece scendere un po’ più in profondità, perché anche il cretinismo, malgrado questo sembri un ossimoro, ha una sua ancestrale profondità, ha delle radici non solo sociali ma anche biologiche, e non va preso sottogamba, come un fenomeno di risulta, un effetto collaterale e solo un po’ fastidioso dell’evoluzione.  

Tra i collaboratori a questo sito c’è per fortuna chi ha conoscenze specifiche ben più ampie delle mie, e in futuri interventi proverà a spiegare in termini scientifici le origini e le motivazioni di questo tipo di comportamento.

Io per ora mi limito invece a produrre alcune pezze documentali ben precise, che ho pescato qua e là nel web. Le riporto seguendo un ordine “verticale” di rilevanza apparentemente decrescente, che induce un altro ordine “orizzontale” di collocazione, come si diceva una volta, da destra a sinistra. Posso garantire che sono frutto tutte della stessa escursione. Il percorso lungo il quale le ho attinte non era affatto preordinato, ma non può nemmeno essere considerato del tutto casuale: cercavo altro, ma se mi sono imbattuto in queste perle è appunto perché non c’è ambito al quale il cretinismo non si sia prepotentemente affacciato.

Sono notizie, ahimé, per nulla divertenti, che parlano di un istupidimento dilagante, trionfante, pericolosissimo, che andrà a toccare e già sta toccando le nostre vite in misura ben maggiore di quanto questa umana degenerazione abbia mai storicamente fatto. Sono il primo ad ammettere (e a scrivere) che da sempre, da Adamo in poi, sono state profetizzate da parte di ogni generazione sventure e apocalissi per quelle a venire: ma è pur vero che queste ultime nella maggior parte dei casi, almeno per i gruppi direttamente interessati, si sono poi verificate. E oggi però, di fronte ad un cretinismo che dispone di armi ben più potenti e incontra difese cerebrali disattivate dal bombardamento mediatico, il rischio si è davvero allargato a tutta l’umanità. È peraltro assodato che a fronte di questo tipo di contagio non si crea immunità di gregge: si crea solo il gregge.

Propongo queste cose nude e crude, così come le ho lette (citando anche la provenienza). Penso che ogni commento sia superfluo. Le lascio dunque alla vostra (spero sgomenta) riflessione, anche se già so che non potrò trattenermi dal tornarci sopra. Non sarebbe male se per una volta lo facesse anche qualcun altro.

QAnon, la teoria più amata dai complottisti americani
(Julia Carrie Wong, The Guardian, Regno Unito, 28 agosto 2020)

Per Donald Trump sono “persone che amano il nostro paese”. Per l’Fbi è una potenziale minaccia terroristica interna. E per chiunque altro abbia usato Facebook negli ultimi mesi potrebbe essere semplicemente un amico o un familiare che ha mostrato preoccupanti segnali d’interesse per il traffico di bambini messo in piedi da una “congrega” di devoti a satana o per teorie del complotto su Bill Gates e sul covid-19.

QAnon è una teoria del complotto basata sul nulla, cresciuta su internet e diventata popolare negli Stati Uniti ad agosto. Per anni i suoi adepti sono rimasti ai margini delle comunità di destra online, ma negli ultimi mesi – mentre negli Stati Uniti si diffondevano i disordini sociali e l’insicurezza dovuta alla pandemia – hanno trovato molta visibilità […].

Secondo questa teoria il mondo è governato da una congrega di celebrità di Hollywood, miliardari e democratici satanisti. Queste persone avrebbero messo in piedi un traffico di bambini e stanno cercando di allungarsi la vita usando un composto chimico preso dal sangue dei bambini vittime di abusi. I sostenitori di QAnon credono che Donald Trump stia conducendo una battaglia segreta contro questa congrega e i suoi collaboratori dello “stato profondo”, per rendere noti questi malfattori e mandarli tutti nella prigione della base statunitense di Guantanamo, a Cuba. Il presidente (che ha un ruolo fondamentale nella narrazione falsa di QAnon) si è naturalmente rifiutato di prendere le distanze: anzi, ha elogiato i sostenitori di QAnon, definendoli dei patrioti.

Esistono molte trame nella narrazione di QAnon, tutte improbabili e infondate: quella secondo cui John Kennedy, presidente assassinato nel 1963, sia in realtà ancora vivo; un’altra che accusa la famiglia Rothschild di controllare tutte le banche; oppure quella secondo cui i bambini rapiti sono venduti attraverso il sito web del rivenditore di mobili Wayfair (non è vero, ovviamente). Hillary Clinton, Barack Obama, George Soros, Bill Gates, Tom Hanks, Oprah Winfrey, la modella Chrissy Teigen e papa Francesco sono solo alcune delle persone che i sostenitori di QAnon hanno scelto come i cattivi di questa realtà alternativa.

Se tutto questo suona familiare, è perché ne abbiamo già sentito parlare. QAnon ha le sue radici in teorie del complotto esistenti, in altre relativamente nuove, e altre ancora vecchie di un millennio.

L’antecedente più recente è il cosiddetto Pizzagate, la teoria del complotto che si è diffusa durante la campagna presidenziale del 2016, quando siti d’informazione e influencer di destra hanno promosso l’idea infondata che i riferimenti al cibo e a una famosa pizzeria di Washington apparsi nelle email rubate del direttore della campagna di Clinton, John Podesta, fossero in realtà un codice cifrato che si riferiva a un traffico di bambini. Gli attacchi online hanno scatenato violenza reale contro il ristorante e i suoi dipendenti, culminati nel dicembre 2016 in una sparatoria per mano di un uomo convinto che nel locale ci fossero bambini da salvare.

Ma QAnon affonda le sue radici anche in teorie del complotto antisemite molto più antiche. L’idea di una congrega onnipotente che comanda il mondo viene direttamente dal Protocollo dei savi di Sion, un documento falso in cui viene descritto un piano segreto degli ebrei per controllare il mondo, e che è stato usato per tutto il Novecento per giustificare l’antisemitismo. Un’altra affermazione falsa dei seguaci di QAnon – l’idea che i membri della congrega estraggano dal sangue dei bambini l’adrenocromo, un composto chimico, e lo ingeriscano per allungarsi la vita – è una variante moderna di un’idea antisemitica calunniosa e vecchia di secoli relativa al sangue.

(L’articolo prosegue raccontando come è cominciata tutta questa vicenda, come funzionano le piattaforme di diffusione e a chi arrivano: “I più importanti gruppi Facebook dedicati a QAnon avevano circa duecentomila membri prima che la piattaforma li mettesse al bando, a metà agosto. Quando Twitter ha preso provvedimenti simili contro gli account QAnon a luglio, la misura ha colpito circa 150mila account […] In generale QAnon sembra essere popolare soprattutto tra gli elettori repubblicani più anziani e tra i cristiani evangelici.”,

quali strategie usano: “realizzare ‘documentari’ infarciti di disinformazione, prendere il controllo di hashtag popolari online per trasformarli in strumenti per diffondere le teorie QAnon; partecipare a comizi di Trump esibendo cartelli con su scritto Q; candidarsi alle elezioni. Una dimostrazione dell’efficacia di queste tattiche è arrivata quest’estate con la campagna #SaveTheChildren o #SaveOurChildren. Questo hashtag all’apparenza innocuo, usato in passato da ONG che lottano contro la violenza sui bambini, è stato inondato di argomenti dal forte contenuto emotivo da parte di seguaci di QAnon, con riferimenti alla più ampia narrativa del movimento”,

quanta  influenza stanno esercitando: “Media matters for America, associazione che monitora i mezzi d’informazione, ha compilato una lista di 77 candidati a seggi al congresso degli Stati Uniti che hanno dichiarato di sostenere QAnon. Una di loro, Marjorie Taylor Greene della Georgia, ha vinto le primarie repubblicane e a novembre con ogni probabilità entrerà al Congresso.”

Chi è Attila Hildmann, lo chef vegano dietro gli sfregi al museo di Berlino
(da  http://www.scattidigusto.it, 22 ottobre 2020)

Attila Hildmann, 39 anni, già star vegana dei masterchef tedeschi, è il principale indiziato per l’attacco che ha danneggiato 70 opere in tre musei di Berlino. Lo scorso 3 ottobre, qualcuno ha spruzzato una sostanza oleosa su decine di capolavori conservati nei musei. Sono stati macchiati e rovinati per sempre sarcofagi egizi, sculture, immagini di divinità greche e quadri dell’Ottocento.

Ieri, la Bild e altri mezzi d’informazione tedeschi hanno adombrato sospetti proprio su Hildmann, ricostruendo l’incredibile parabola che ha cambiato la vita del cuoco berlinese di origini turche. L’ex telechef è passato dal ruolo di amato vip dei fornelli mediatici, con una seconda carriera ben avviata da autore di bestseller culinari, a essere una bandiera dell’ultradestra.

Da quando preferisce agli show per la tv (anche americana) le piazze, da dove tenta, a suo dire, di aprire gli occhi a tutti i poveri stolti alle prese con l’epidemia globale, lo chef xenofobo, complottista, nonché negazionista del Covid-19, si è trasformato in un propagandista della spazzatura complottista sul Coronavirus. È stato lui a diffondere ai 100 mila follower del suo canale Telegram, il messaggio secondo cui il Pergamon Musem non sarebbe stato chiuso per la pandemia. Il vero motivo sarebbe la presenza all’interno del museo del “Trono di Satana”, essendo di fatto il Pergamom il “centro dei satanisti e dei criminali del Coronavirus”.

Martedì Attila Hildmann ha condiviso un link sui social che rimandava a un articolo sull’attacco ai musei. Il suo commento? “Fatto! È il trono di Baal (Satana)”.

Avevano fatto scalpore nel settembre scorso i messaggi pubblicati dal cuoco vegano ancora una volta sul suo canale Telegram. Protagonista la Cancelliera tedesca Angela Merkel, che in realtà sarebbe ebrea e a capo di “un regime sionista” che all’interno del Pergamom Museum consuma “sacrifici umani”.

Ted Huges, il poeta nella black list della British Library
(da http://www.leggo.it 22 novembre 2020)

Il celebre poeta Ted Hughes è stato aggiunto a un dossier che lo collega alla schiavitù e al colonialismo dalla British Library. Il poeta, nato in una famiglia di umili origini nello Yorkshire, è risultato essere un discendente di Nicholas Ferrar, che era coinvolto nella tratta degli schiavi circa 300 anni prima della nascita di Hughes.

Ferrar, nato nel 1592, e la sua famiglia erano “profondamente coinvolti” con la London Virginia Company, che cercava di stabilire colonie nel Nord America. La ricerca, ha riferito The Telegraph, è stata condotta per trovare prove di “connessioni con la schiavitù, profitti dalla schiavitù o dal colonialismo”.

Hughes è nato nel 1930 nel villaggio di Mytholmroyd nel West Yorkshire, dove suo padre ha lavorato come falegname prima di gestire un’edicola e una tabaccheria. Ha frequentato l’Università di Cambridge con una borsa di studio, e lì ha incontrato la sua futura moglie Sylvia Plath.

Quello di Hughes, che morì nel 1998, non è l’unico nome illustre della letteratura inglese identificato dalla British Library come beneficiario dei proventi della schiavitù attraverso parenti lontani: nella lista ci sono anche Lord Byron, Oscar Wilde e George Orwell. Tra gli intenti dell’istituzione, diventare “attivamente antirazzisti” fornendo un contesto alla memoria di personaggi storici sulla scia del movimento Black Lives Matter.

Ma il tenue legame tra Hughes e Ferrar, al quale è imparentato per parte di madre, ha suscitato l’ira tra gli esperti del grande scrittore. Il suo biografo, Sir Jonathan Bate, ha dichiarato: «È ridicolo incastrare Hughes con un legame con la tratta degli schiavi. E non è un modo utile per pensare agli scrittori. Perché diavolo giudichi la qualità del lavoro di un artista sulla base di antenati lontani?». Bate ha aggiunto che Ferrar era meglio conosciuto come sacerdote e studioso che ha fondato la comunità religiosa Little Gidding.

Il poeta romantico Lord Byron è stato aggiunto a questa lista perché il suo bisnonno era un commerciante che possedeva una tenuta a Grenada. Suo zio, attraverso il matrimonio, possedeva anche una piantagione a St Kitts.

Oscar Wilde è stato incluso a causa dell’interesse di suo zio per la tratta degli schiavi, anche se la ricerca ha rilevato che non c’erano prove che l’acclamato scrittore irlandese abbia ereditato alcun denaro attraverso la pratica.

George Orwell, che era nato Eric Blair in India, aveva un bisnonno che era un ricco proprietario di schiavi in Giamaica. Ma la Orwell Society ha specificato che il denaro era già scomparso tempo prima che Orwell nascesse.

Cosa ha detto J.K. Rowling sulle persone transgender e le donne
(www.ilpost.it 11 giugno 2020)

Mercoledì sera J.K. Rowling, notissima autrice dei libri su Harry Potter, ha pubblicato un lungo post sul suo sito per rispondere alle critiche e alle accuse di transfobia ricevute dopo alcuni suoi recenti commenti sull’identità di genere e su quello che lei definisce il “nuovo attivismo trans”, e per spiegare perché si è espressa pubblicamente su questi temi.

«Non mi piegherò di fronte a un movimento che ritengo stia facendo danni dimostrabili nel tentativo di erodere il concetto di “donna” come classe politica e biologica, offrendo protezione ai molestatori come pochi nella storia».

Ha inoltre rivelato di aver subito violenze domestiche e abusi sessuali durante il suo primo matrimonio, citando questa esperienza – insieme al suo passato di insegnante e alla sua convinzione dell’importanza della libertà di parola – come una delle ragioni a sostegno delle sue idee rispetto all’identità di genere e ai diritti delle persone trans.

Negli ultimi anni, Rowling ha più volte espresso opinioni controverse sul concetto di sesso e di identità di genere e sui diritti delle persone trans. Nel suo post ha commentato e cercato di spiegare le volte in cui era successo e ha fatto riferimento più approfonditamente all’episodio più recente, avvenuto lo scorso weekend. Sabato scorso Rowling aveva ironizzato sull’utilizzo dell’espressione “persone che hanno le mestruazioni” nel titolo di un articolo del sito Devex, che usava l’espressione per includere esplicitamente persone trans e non binarie: «Sono sicura che esistesse una parola per queste persone» ha scritto Rowling, «Aiutatemi… Danne? Done? Dumne?».

Il commento implicava una corrispondenza automatica tra le persone che hanno le mestruazioni e le donne: negando così la possibilità che esistano persone che le hanno ma non si identificano come donne (alcuni uomini trans, o persone che non si identificano in alcun genere, ad esempio), e ha generato critiche e discussioni.

Domenica Rowling ha risposto con tre nuovi tweet, affermando di «conoscere e sostenere persone transgender», ma opponendosi a «cancellare il concetto di “sesso”».

Anche questi tweet hanno ricevuto molte critiche e risposte, anche da famosi attori e attrici che avevano lavorato a film tratti dalla sua saga. Lunedì, ad esempio, l’attore Daniel Radcliffe – interprete del personaggio di Harry Potter nella serie di film tratti dai libri di Rowling – ha pubblicato una lettera in cui prendeva le distanze dalle parole di Rowling, evitando di attaccarla personalmente, e in cui esprimeva solidarietà verso le persone transgender e la volontà di “diventare un migliore alleato” (come vengono definite le persone che non appartengono alla comunità LGBTQIA+, ma condividono e sostengono le sue ragioni). Commenti simili sono stati fatti anche dagli attori Eddie Redmayne ed Emma Watson.

L’identità sessuale, oggi, viene definita in base a tre parametri: sesso, genere e orientamento sessuale. Il primo corrisponde al corpo sessuato (maschio-femmina), il secondo al senso di sé (al sentimento di appartenenza, all’identificarsi come uomo o donna a seconda di ciò che il mondo intorno riconosce come proprio dell’uomo e della donna), mentre il terzo riguarda la direzione dei propri desideri (eterosessuali-omosessuali-bisessuali, e altre categorie).

Il sistema sesso-genere-orientamento sessuale (usato oggi in tutto il mondo dalla maggior parte degli psichiatri, degli psicologi, dei sessuologi e dei sistemi giuridici) è però solo una griglia interpretativa e imperfetta della realtà, basata su rigide alternative binarie: la realtà stessa è ben più complessa e ricca di esperienze in cui i tre parametri non sono necessariamente “coerenti” tra loro. Un articolo del National Geographic riporta le esperienze di alcune persone che non rientrano perfettamente nella binarità, alcune dal punto di vista biologico, altre psicologico, più spesso un misto dei due.

La posizione di Rowling rifiuta queste posizioni e si può riassumere come segue: secondo lei esistono due sessi (maschio e femmina), che dipendono da fattori anatomici e fisici (come le mestruazioni); secondo lei, però, l’inclusione nella categoria di “donna” richiesta dalle donne trans rischierebbe di danneggiare le persone biologicamente donne.

(A scanso di equivoci, non sono un fan di Harry Potter, ma alla signora Rowling vanno naturalmente in questo caso tutta la mia stima e la mia solidarietà. Non aveva necessità di tirare in ballo gli abusi per giustificare la sua posizione. Decisamente meno, lo confesso, apprezzo l’opportunismo ipocrita di Daniel Radcliffe.

Mi si potrà inoltre obiettare che la rilevanza, in termini di pericolosità, tra i primi due casi e gli altri due che ho riportato sia molto diversa. Non ne sarei così convinto.)

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Breve excursus dell’esoterismo europeo

di Fabrizio Rinaldi, 30 giugno 1991

Viaggiare verso il mistero non significa conoscerlo,
ma custodirlo come mistero, assumerlo come tale.

Pietro Chiodi

Introduzione

A dispetto del continuo progresso nelle conoscenze scientifiche e dell’opinione razionalizzatrice della scuola e della cultura di massa la nostra società continua a registrare un persistente, anzi crescente interesse per l’occulto.

In questo mondo di oscuri riti ed enigmatici personaggi l’uomo comune cerca una risposta ai quesiti esistenziali che lo affliggono.

Dato che la scienza ufficiale, la filosofia e la religione non offrono risposte immediate, concrete e soddisfacenti a queste domande, l’essere umano cade spesso nelle trappole di fantomatiche sette che con l’inganno abbindolano i loro adepti facendo credere loro di godere della possibilità di accedere a poteri o a saperi misteriosi e riservati a pochi eletti.

Solamente in Italia esistono più di seicento sette ufficialmente dichiarate che praticano i più svariati culti esoterici, con gli scopi e le origini più disparati.

È indubbiamente difficile individuare tra queste quelle che possono essere classificate come associazioni religiose o sapienzali e non società a fine di lucro, ma certamente ne esistono alcune che si prefiggono il solo scopo di aiutare l’uomo nell’affrontare serenamente la vita avvalendosi delle proprie facoltà, anche se spesso vengono potenziate da antichi riti, magari celebrati in lingua sconosciuta.

Servendomi dell’aiuto di conoscitori della materia e dalla lettura di libri sull’argomento (uno di quelli che più mi hanno stimolato all’approfondimento è senza dubbio Il pendolo di Foucault di Umberto Eco), ho cercato, basandomi soprattutto sulle origini delle sette, di individuare i più importanti ordini occulti che hanno caratterizzato la storia di questo millennio e finalizzati al proseguimento di una qualche forma di conoscenza, e non a spillare denaro agli sciocchi.

I Templari

Gli odierni Templari vantano una presunta discendenza dall’ordine religioso­militare del Tempio di Gerusalemme, comunemente denominato Templari.

Erano appunto dei monaci con spada al fianco, una novità assoluta nell’organizzazione della Chiesa.

L’Ordine venne fondato da un nobile cavaliere chiamato Hugo de Payer e da altri otto compagni nel 1118 con l’approvazione del re di Gerusalemme Baldovino II, che assegnò loro anche una parte del suo castello, costruito secondo la leggenda sulle rovine del tempio di Salomone.

La loro regola si basava essenzialmente sulla povertà, castità e obbedienza. Non possedevano nulla tranne il loro mantello bianco, con sopra ricamata una croce rossa a braccia uguali, e la loro spada; anche il cavallo doveva essere diviso con un compagno, questo è testimoniato anche dal loro primo sigillo sul quale erano impressi due Templari in sella ad un solo cavallo, segno di povertà e fratellanza.

Oltre alla regola suddetta c’era quella di difendere con la spada coloro che si accingevano a visitare i Luoghi Santi della Palestina.

Essi non dovevano obbedienza a nessuno tranne al papa in persona, e divennero pertanto in Terra Santa una specie di stato autonomo senza territorio.

L’ordine ebbe uno sviluppo sorprendente; solo alla metà del 1100 erano più di millecinquecento, con immensi possedimenti e un patrimonio in oro e pietre preziose superiore a cinquemila miliardi di lire attuali.

Questa enorme ricchezza era spiegata dalle donazioni di coloro che entravano a far parte dell’Ordine e di coloro che, in cambio di protezione, offrivano ai Cavalieri del Tempio ingenti somme. Questi non potevano in nessun modo utilizzare tale tesoro, ma praticavano il prestito; divennero così abilissimi banchieri prestando somme enormi ai sovrani dell’Europa con tassi d’interesse modesti.

Non si occupavano soltanto di denaro ma, grazie ai continui contatti con la cultura giudaica e islamica, i Templari diffusero in tutta l’Europa nuove idee filosofiche e nuove scienze: tra queste anche quelle occulte derivanti dalle dottrine degli Esseni, dei Terapeuti e degli Gnostici, le cui origini si perdono nel tempo. L’Ordine del Tempio però procurava grossi problemi a quasi tutti i sovrani europei proprio per la sua influenza economica e politica, che rendeva l’Europa quasi dipendente dai Templari.

In particolare questa situazione non piaceva a Filippo IV il Bello, di Francia, anche per il fatto che i Templari avevano finito per divenire proprietari di una vasta zona meridionale della Francia (la Linguadoca), creando uno stato templare in pratica indipendente.

Ciò spronò il sovrano a trovare il modo per liberarsi di loro e ad impossessarsi delle immense ricchezze dell’Ordine.

Egli però non aveva nessuna autorità sui Templari, e quindi dovette assicurarsi la collaborazione del pontefice, al quale l’Ordine doveva obbedienza, anche se questa era diventata in realtà solo teorica, dato che anche il Vaticano aveva debiti con i Cavalieri del Tempio.

Fu così che papa Clemente V, in combutta con Filippo IV, scomunicò l’Ordine per eresia.

All’alba di venerdì 13 ottobre 1307 quasi tutti i Templari in Francia vennero arrestati e i loro beni confiscati; ma i grandi tesori che anche il re aveva visto tempo prima non vennero mai trovati, e la sorte del favoloso “tesoro dei Templari” rimane ancora oggi un mistero.

È da ricordare che tutti i Cavalieri che vennero catturati si arresero passivamente; inoltre esistono prove certe della fuga di un gruppo di Templari incaricati di far sparire il tesoro del Tempio e tutti i documenti segreti.

Molti membri dell’Ordine arrestati furono processati, molti vennero sottoposti a torture e alcuni di loro cedettero confessando tutto ciò di cui la Santa Inquisizione li aveva accusati (insultare il nome di Cristo, ripudiare la croce, adorare un diavolo chiamato Baphomet considerandolo immagine del vero Dio, praticare l’omosessualità), ma altri resistettero e furono coerenti nelle loro idee anche sotto la tortura, come il Gran Maestro dell’Ordine Jacques de Molay al quale questo coraggio non impedì di essere condannato al rogo.

Tutto questo non significa che i Templari fossero scomparsi completamente perché negli altri stati riuscirono a sopravvivere trasformandosi in una società occulta, costretta alla latitanza in quanto accusata di eresia.

L’ultimo atto storico documentato della storia dell’Ordine è il supplizio dell’ultimo Gran Maestro nel marzo del 1314.

Jacques de Molay maledisse i suoi persecutori e promise al popolo che entro l’anno sarebbero morti. Un mese dopo papa Clemente V morì, sembra per un attacco di dissenteria. A novembre morì anche Filippo IV cadendo da cavallo.

La maledizione non finì lì, era destinata a gettare un’ombra tenebrosa sull’intera stirpe reale francese: nel 1789, quando la testa di Luigi XVI cadde sotto la lama della ghigliottina, uno sconosciuto balzò sul palco, immerse la mano nel sangue del re, lo spruzzò sulla folla circostante e gridò: “Jacques de Molay, sei vendicato!”.

Alcuni Templari riuscirono a sfuggire agli artigli dell’Inquisizione e si rifugiarono in Scozia dove il potere secolare del papato era molto minore.

Dal Trecento in poi nacquero numerosi ordini che si proclamavano discendenti dei Templari, ma nessuno riuscì a produrre prove convincenti della propria autenticità.

I Rosacroce

Su cosa siano i Rosacroce esistono due correnti di pensiero: una fondamentalista e l’altra storiografica.

La prima corrente raccoglie coloro che accettano l’esistenza di una Confraternita fondata nel 1408 da Cristian Rosenckreutz, un cavaliere che aveva compiuto lunghi viaggi in Arabia, Turchia e Egitto, acquisendo conoscenze occulte nell’ambito dell’alchimia.

Tornato in Europa egli si ritirò a vita eremitica, trasmettendo la sua dottrina segreta a soli tre discepoli, i quali perpetuarono il suo insegnamento per non più di otto adepti.

Questi ultimi all’inizio del Seicento decisero che era arrivato il momento per diffondere il pensiero del fondatore.

Infatti vennero pubblicati tra il 1614 e il 1623 una serie di “Manifesti” che sarebbero diventati la base ideologica della setta, di questi ricordiamo: Fama Fraternitatis, ConfessioFraternitatis e Nozze Chimiche con Cristian Rosenckreutz.

Nel primo manifesto è narrata la vita del fondatore della setta, del suo pensiero e degli obiettivi che si prefisse l’Ordine rosacrociano. Nel ConfessioFraternitatis viene ripreso il messaggio della Fama con maggior forza descrivendo nei minimi particolari la vita di Rosenckreutz e promettendo la riforma del mondo con il rovesciamento della tirannia papale.

L’insegnamento della Confraternita si rifaceva al pensiero gnostico, il quale concepiva l’universo come un insieme di spirito e materia, e sosteneva l’ipotesi dell’esistenza di un essere divino supremo, eterno e inconoscibile.

Secondo l’opinione rosacrociana lo spirito umano è un frammento di questo “Superiore Sconosciuto” che si è distaccato diventando prigioniero della materia. Il mondo materiale non è opera del Dio supremo ma di una divinità minore.

I fini che si prefiggono i Rosacroce sono quelli di guarire i malati e di diffondere e acquisire nuove conoscenze.

Dalla metà del Seicento la Confraternita è ritornata a tramare e a diffondersi segretamente. Da allora si sono diffuse numerose sette che si ispiravano al pensiero di Rosenckreutz.

L’altra corrente sull’Ordine è quella storiografica, che respinge la tesi fondamentalista perché ritiene non esistente alcuna prova sulla effettiva presenza della Confraternita del Quattrocento fondata da Rosenckreutz, né tanto meno sulla derivazione esoterica dei Rosacroce; anzi, lo scrittore Valentin Andreae riconobbe nel 1618 che si era trattato di uno scherzo, di una burla agli intellettuali della sua epoca nel tentativo di creare un nuovo mito letterario.

Che il fondatore sia o non sia veramente vissuto non sembra essere un problema, dato che il successo che la Confraternita ha avuto, al punto da divenire un simbolo attorno al quale nascono varie correnti di pensiero che si rifanno agli ideali rosacrociani. Il movimento infatti s’innesta e spesso si confonde con associazioni affini di carattere politico-culturale, in un intreccio di non facile comprensione. Spesso coloro che si identificano come appartenenti alla Confraternita dei Rosacroce erano accusati di praticare la stregoneria o la magia nera, o di diffondere l’eresia; di conseguenza spesso si rifugiavano in stati dove la Chiesa era meno influente. Nacquero così in Inghilterra e in Olanda dei gruppi di stampo rosacrociano, come la Gran Loggia di Londra e la Libera Muratoria.

Lo scopo che ha avuto la Confraternita nella storia prescindendo dalla sua reale esistenza, è senza dubbio quello di aver costituito l’elemento catalizzante delle speranze e dei sogni di molti intellettuali del Seicento, che cercarono in essa l’ideale di fratellanza e di razionalità che poi sarebbero stati caratteri centrali dell’illuminismo.

Probabilmente la setta rispondeva ad una esigenza nuova, creata dalla nascita di stati organizzati che stavano dividendo quei popoli che durante il Medioevo avevano fatto parte dell’ecumene cristiano. Non a caso che a diverse riprese, con l’umanesimo prima e con l’illuminismo poi, sia partito dal mondo della cultura l’appello al cosmopolitismo e al superamento delle divisioni nazionali: tutto questo è nato proprio con la formazione degli stati nazionali e con il nuovo regime di guerra e di sospetto costante tra i popoli che essi comportavano.

I Rosacroce in fondo chiedevano proprio, come gli umanisti e come gli illuministi, che la cultura servisse prima di tutto a colmare i fossati che si stavano aprendo tra i popoli.

La Massoneria

Le origini più probabili risalgono alle corporazioni medioevali dei costruttori di cattedrali, alle associazioni artigiane che conservavano gelosamente i segreti del mestiere impegnando gli adepti, con riti e giuramenti solenni, alla loro scrupolosa osservanza e all’aiuto reciproco.

Fra le più antiche e meglio organizzate associazioni c’era la corporazione dei muratori che godeva di grande fama in tutta l’Europa del Medioevo. Essa sopravvisse attraverso i secoli, soprattutto in Inghilterra, dove entrarono a farne parte nobili e intellettuali attratti dai principi di fratellanza.

Vi aderirono anche nuclei esoterici, formati da alchimisti e appartenenti ai Rosacroce, i quali potevano trovare nella fratellanza una copertura e un comodo mezzo per fare riunioni e diffondere all’interno della Libera Muratoria (nome originale della Massoneria) la loro dottrina.

Col tempo queste corporazioni per il mantenimento dell’insegnamento dei maestri artigiani si trasformarono in organizzazioni esoteriche.

Nel 1717 in Inghilterra quattro di queste sette si fusero insieme dando vita alla Gran Loggia di Londra, abbandonarono definitivamente ogni carattere di associazioni di mestiere e divennero una società segreta.

Nella Massoneria, fin dalle origini, esistevano due correnti di idee: quella razionalista, ispirata ad un cristianesimo aperto e al deismo newtoniano, e quello spiritualista, la quale avrebbe trasformato le logge in circoli esoterici e alchemici.

Agli inizi del Settecento la Libera Muratoria si sviluppò in tutta l’Europa e grazie alla colonizzazione degli altri continenti si diffuse anche in India, in Africa e in America, dove ne fecero parte personaggi come George Washington e Benjamin Franklin.

Ma nel diffondersi abbandonò la razionale struttura inglese, trasformandosi in Massoneria scozzese, che si vantava della propria antichità e del possesso di verità spirituali e esoteriche appartenenti ai Templari.

Nacquero così diversi gruppi fondati da personaggi altrettanto misteriosi, che presero il nome delle loro presunte origini, ad esempio Massoneria Templare e Illuminati di Avignone.

Il Settecento fu il secolo in cui si sviluppò maggiormente la Massoneria, perché in questa si identificavano gli ideali razionali e progressisti dell’illuminismo. Molti personaggi famosi furono affascinati dalla cultura massonica. Basti ricordare nella letteratura Goethe nell’opera I dolori del giovane Werther, e nella musica Mozart nel Flauto magico e nella Musica funebre massonica.

In Italia e in genere nei paesi cattolici, la Massoneria dovette affrontare dure accuse, seguite da scomuniche della Chiesa che però non impedirono la sua diffusione, cui aderirono molti intellettuali come Goldoni e Alfieri nel Settecento, Verga e Carducci nell’Ottocento.

Dato il suo ampio proselito in tutta l’Europa, la Massoneria divenne un veicolo per l’espansione delle idee illuministe, tra cui l’atteggiamento anticlericale, che la portò ad essere accusata ingiustamente di aver fatto scoppiare la Rivoluzione Francese.

In Italia durante il Risorgimento molti appartenenti alla Carboneria e alle altre società segrete che si impegnavano nella lotta per l’indipendenza e la libertà, erano affiliati anche alla Libera Muratoria. Negli anni prossimi all’unità molti politici appartenenti al movimento democratico italiano appartenevano alla Massoneria, come Crispi e Garibaldi.

Con l’atteggiamento più tollerante attuato dalla Chiesa in questo secolo si andò attenuando il carattere battagliero massonico, sostituito da una reciproca comprensione e avvicinamento fra il mondo massone e quello cattolico. D’altra parte a partire della seconda metà dell’Ottocento le ideologie si sono divise adeguandosi alle necessità dei luoghi in cui erano esercitate.

Oggi la Massoneria mantiene le antiche divisioni in sette, fra le quali ricordiamo la Massoneria del Rito Scozzese Antico e Accettato.

Il numero degli aderenti alla Massoneria è stimato intorno a cinque milioni di adepti.

Il Priorato di Sion

L’argomento che sto per affrontare risulterà estremamente complesso nell’esposizione in quanto nel ricercare notizie le difficoltà incontrate sono state molte.

Ciò che manca sono precisamente gli “indizi” più concreti, quali ad esempio l’ufficialità dell’organizzazione, la localizzazione della stessa e i mezzi di contatto tra l’eventuale “partecipante” e la società stessa.

Più volte questi elementi vengono affermati e smentiti, quasi a testimoniare ulteriormente quanta poca chiarezza si abbia nei confronti del Priorato.

La sua esistenza è un fatto storicamente dato per accertato da studiosi che la identificano come società segreta tuttora praticante e con origini risalenti ai Templari; questi si sarebbero separati dal Priorato nel 1188.

Il presunto compito di questa setta è quello di preservare per il futuro la stirpe di Gesù. Infatti attraverso particolari studi si è giunti a fare un’ipotesi sconcertante e rivoluzionaria (se effettivamente provata) secondo cui il Salvatore non morì sulla croce (al suo posto ci andò Simone di Cirene), fuggì con Maddalena nel sud della Francia, con lei si sposò ed ebbe dei figli, i quali fondarono la stirpe di Gesù. In seguito questa si fuse con la famiglia dei Merovingi, ancora oggi protetta dal Priorato, che non appena se ne dia occasione proclamerà la propria sovranità.

Purtroppo il Priorato venne spesso associato con i famosi Protocolli di Sion, comparsi all’inizio di questo secolo e nei quali si sosteneva l’ipotesi che gli Ebrei tramassero un complotto mondiale per il dominio dell’intero mondo. I Protocolli successivamente si mostrarono invece un falso perverso e insidioso; nonostante ciò sono ancora oggi in circolazione come strumento di propaganda antisemita.

I Protocolli presentano un programma di dominazione totale basato sull’anarchia e sull’uso della Massoneria, per infiltrarsi ed assumere il controllo delle istituzioni sociali, politiche ed economiche.

Per il carattere sconcertante, ma allo stesso tempo spaventoso, vennero utilizzati dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi anche dopo, per avere un motivo in più nello sterminio degli Ebrei.

Il Priorato è ufficialmente registrato in un giornale francese nel quale è pubblicato anche il carattere fondamentale degli adepti: “Il Priorato di Sion ha come scopi la perpetuazione dell’ordine tradizionalista della cavalleria, il suo insegnamento iniziatico e la mutua assistenza morale e materiale tra i suoi membri, in ogni circostanza”.

Una delle cose più sconcertanti di ciò che circonda il Priorato è la possibile appartenenza ad esso come Gran Maestri di personaggi che con l’esoterismo apparentemente non hanno avuto a che fare, come Leonardo da Vinci, Valentin Andreae, Robert Boyle, Isaac Newton, Victor Hugo e Claude Debussy. Però figurano anche uomini ignoti ai più, che magari hanno avuto una vita tutt’altro che adeguate al ruolo di Gran Maestro. Sembra che esista un solo filo conduttore tra tutti, da ricercare nel fatto che erano legati per parentela di sangue o per associazioni personali alla famiglia dei Merovingi.

Inoltre tutti avevano avuto rapporti con vari ordini o società segrete, nutrivano simpatia per il pensiero esoterico e in quasi tutti i casi c’erano stati stretti contatti fra ogni Gran Maestro, il suo predecessore e il suo successore.

La figura del Gran Maestro è quella di un re-sacerdote che “regna ma non governa”.

Nel corso della storia, la Chiesa ha sempre tentato di offuscare le prove sull’esistenza della stirpe di Gesù (successivamente ricondotta al Santo Graal), che sono invece presenti ad esempio in alcuni brani dei Vangeli e in altri documenti da sempre volutamente dimenticati.

Se veramente oggi esistesse un discendente diretto o indiretto di Gesù e se questo potesse essere provato, tramite ad esempio i misteriosi documenti scomparsi durante la disfatta dei Templari, questi soppianterebbero il potere del papa e diverrebbe egli il nuovo sovrano assoluto della cristianità. Forse non solo di questa.

Infatti, se Gesù venisse riconosciuto come un profeta mortale (pari a Maometto e a Buddha), un re-sacerdote, legittimo sovrano della stirpe di David, verrebbe riconosciuto come re anche dai Mussulmani e dagli Ebrei, riconciliando così queste tre principali religioni, guide dell’intera storia umana: cristianesimo, giudaismo e islamismo.

Il Priorato ha da sempre operato per creare un Sacro Romano Impero innovato, una sorta di Stati Uniti d’Europa alla pari delle grandi potenze come gli USA e l’URSS, fondati però su basi spirituali e non su teorie ideologiche.

Questa federazione di stati sarebbero governati da un membro della famiglia dei Merovingi. Questi non occuperebbe soltanto il trono del potere politico, ma anche quello di San Pietro.

Il compito di amministrare la potestà sarebbe affidato al Priorato di Sion assumendo la funzione di un Parlamento Europeo.

Questo fine che si prefigge la setta sembra essere una possibile soluzione al generale malcontento che attualmente regna nella nostra società, da ricercarsi in una disillusione, sull’insoddisfazione verso il sistema che regola il nostro vivere quotidiano, ma soprattutto nella mancanza di qualcosa in cui credere sinceramente.

La riunificazione degli stati appartenenti all’Europa sembra vicina; resta da attuare un rinnovamento religioso verso il quale indirizzare i nostri ideali morali.

Rimane soltanto un dubbio: l’unità politica e religiosa è opera, anche solo indiretta, del Priorato di Sion oppure è una naturale esigenza che l’uomo ha?

Gesù non è stato crocifisso, ed è per questo che i Templari rinnegano il crocifisso. La leggenda di Giuseppe d’Arimatea copre una verità più profonda: Gesù, non il Graal, sbarca in Francia presso i cabalisti in Provenza. Gesù è la metafora del Re del Mondo, del fondatore reale dei Rosacroce. E con chi si è sposato a Cana? Ma perché erano le nozze di Gesù, nozze di cui non si poteva parlare perché erano con una peccatrice pubblica, Maria Maddalena. Ecco perché da allora tutti gli illuminati da Simon Mago a Postel, vanno a cercare il principio dell’eterno femminino in un bordello. Pertanto Gesù è il fondatore della stirpe reale di Francia.
Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, Bompiani 1988

Bibliografia

Alexandrian, Sarane – Storia della filosofia occulta – Mondadori 1984

Arnold, Paul – Storia dei Rosacroce – Bompiani 1990

Baigent, Michael &Leigh, Richard &Lincoln, Henry – Il Santo Graal ­ Mondadori 1982

Bordonove, Georges – I Templari – Sugarco 1989

Eco, Umberto – Il Pendolo di Foucault – Bompiani 1989

Francovic, Carlo – voce Massoneria – Enciclopedia Europea Garzanti – vol. 7 Milano 1980

Introvigne, Massimo – Le sette cristiane – Mondadori 1989

Nardini, Bruno – Misteri e dottrine segrete – Convivio 1988

Palmi, Enrico &Bonvicini, Eugenio – Templari e Rosacroce – Atanòr 1988

Trocchi, Cecilia – Magia ed esoterismo in Italia – Mondadori 1990

Post scriptum

Queste pagine le scrissi trent’anni fa, ma paiono calzare benissimo anche in questo momento in cui sembra prevalere il desiderio di trovare trame oscure a cui attribuire ogni colpa possibile.