John Buchan, primo barone Tweedsmuir
di Vittorio Righini, 9 novembre 2024
Ho riletto I Trentanove Scalini ad anni di distanza dalla prima volta, perché è il romanzo più famoso di Buchan, il più facile da reperire, scorre veloce ed è leggero. Romanzo da ombrellone. Non è un giallo cervellotico, ha una trama piuttosto semplice e un epilogo immaginabile, ma, signori, è stato scritto nel 1915, quasi centodieci anni fa! Non è un’opera storica, che col tempo migliora, è un semplice giallo spionistico ambientato in gran parte nel sud rurale dell’Inghilterra ai primi del secolo scorso.
Non parliamo di un capolavoro. Buchan stesso infatti definisce questo genere “elementare tipo di narrativa”: però il pubblico di quei tempi era avvezzo a simili storie così movimentate, e fini per decretarne il successo mondiale.
Al contrario di quanto accade con un autore come Innes, qui non c’è da contorcersi per capire dove vuole arrivare Buchan. La storia si svolge in leggerezza (è una sorta di “grande fuga” nelle campagne per evitare la morte o l’arresto) e, pur con qualche originale colpo di scena, lo schema narrativo offre davvero poca sostanza. I dialoghi sono piuttosto elementari, a volte davvero improbabili. Il personaggio principale, Richard Hannay, si ispira a un amico personale di Buchan, un militare di nome Ironside.
Il libro ebbe un enorme successo, e da questo romanzo Hitchcock trasse l’ispirazione per The 39 Steps, uscito in Italia nel 1935 col titolo Il Club dei 39, ottenendo anche in questo caso un grandissimo successo, e ispirando ben tre remakes, l’ultimo del 2008.
Nel film peraltro la storia è stata ampiamente “riveduta e corretta”, soprattutto con l’introduzione di due personaggi femminili, perché nel 1935 lo spettatore voleva forse più sostanza e meno fantasia.
L’autore ebbe davvero una vita intensa: nato a Perth nel 1875, in gioventù fu ottimo poeta, vincitore di alcuni premi letterari, poi si laureò in Legge, ma abbandonò subito l’attività legale per darsi alla politica. Fu Segretario di Arthur Milner, Amministratore delle colonie in Sud Africa, e gli anni trascorsi in quel paese gli servirono poi d’ispirazione per la sua carriera da romanziere.
Tornò a Londra, dove si occupò di editoria, e nella Prima Guerra Mondiale fu corrispondente in Francia per il Times e si occupò della propaganda bellica nel suo paese. Nel 1918, fu persino nominato Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia.
Dopo la guerra iniziò a tempo pieno la carriera di romanziere (romanzi storico-biografici e romanzi di spionaggio) che gli regalò grande successo e fama anche fuori dall’Inghilterra. Dopo la nomina a Tesoriere presso l’Università di Oxford, nel 1927 divenne membro del partito conservatore nel parlamento inglese.
Raggiunse la Presidenza della Scottish Historical Society, poi nel 1935 divenne Governatore Generale del Canada. Sia lui che la moglie, Lady Susan Buchan, anche lei scrittrice, si dedicarono molto alla valorizzazione della cultura canadese, con frequenti viaggi di studio in tutto il Canada, comprese le zone artiche. Ricevette Lauree ad Honorem da una moltitudine di Università Inglesi e Canadesi anche per il suo impegno al miglioramento delle condizioni di vita delle varie etnie canadesi, e per il rispetto della loro cultura originaria. Pacifista convinto, lavorò con Roosevelt e con il Primo Ministro canadese Mackenzie per cercare di scongiurare il secondo conflitto bellico, ma senza successo.
Morì nel 1940 in Canada, a Montreal, a seguito di uno sfortunato incidente in cui cadde battendo la testa e nonostante le cure e le operazioni non riuscì a ristabilirsi.
In italiano sono stati tradotti soltanto sei romanzi di spionaggio di Buchan, e cioè: Il mantello verde; Il mistero della collana; I 39 gradini; La casa del potere; La criminale sfida di John Macnab; Le missioni segrete di Richard Hannay,
Ma sono solo una goccia nel mare della sua produzione. Il mantello verde (1916) è un sequel de I 39 Scalini, ed molto inferiore al precedente. È l’unico che ho recuperato; gli altri sono da cercare sul web o nei mercatini perché sono stati stampati e/o ristampati da svariate case editrici.
Ho l’impressione che il target a cui si rivolge Buchan sia di livello più basso rispetto a quello che ci si poteva aspettare da un uomo colto come lui; volutamente più basso, per ottenere un successo inizialmente facile, che gli aprisse le porte alla pubblicazione di altri lavori e alla fama. Questo tipo di narrativa è un prodotto di massa, che si rivolge a lettori abituati ai romanzi a puntate che comparivano sulle riviste; e queste puntate devono contenere trame incalzanti, scrittura leggera, colpi di scena ad ogni uscita. Le ambientazioni spesso esotiche, i grandi complotti, le società segrete erano gli ingredienti più adatti per il palato di lettori che cercavano solo un’evasione non impegnata.
Penso che Ian Fleming abbia dato più che una scorsa a questo libretto …



