Dieci minute di recupero (introduzione)

di Paolo Repetto, 28 febbraio 2024, introduzione al Quaderno Dieci minute di recupero

Le minute cui si riferisce il titolo del volumetto non sono in realtà solo dieci (il numero suonava bene per questioni di metrica) e tecnicamente non sono neanche delle minute; almeno, non tutte. Si tratta in realtà per la gran parte di brevi scritti di presentazione redatti per l’editio maior delle mie opere, attualmente ancora in corso di non-pubblicazione e che ha raggiunto ormai gli otto (corposi) volumi. Come tali, questi pezzi non sono mai stati postati sul sito dei Viandanti e nemmeno erano comparsi nei canonici libretti nei quali ho sinora raccolto le cose che andavo scrivendo.

La loro mancata pubblicazione avrebbe costituito un danno limitato per l’umanità, ma si scontrava con la mia idea di “completezza” (se si vuol lasciare una testimonianza di sé completa – e almeno per certi aspetti veritiera – va compreso tutto, anche le cose apparentemente meno significative): ma cozzava soprattutto col mio radicato convincimento, di matrice contadina, che del maiale non si butta nulla. Confesso inoltre che la mia fiducia nella sopravvivenza di una memoria consegnata all’etere è decisamente scarsa, e preferisco affidarla ad una documentazione cartacea, sia pure nei limiti quantitativi di una minuscola autoproduzione.

Ciò che troverete qui è solo un assaggio della miriade di appunti o di testi appena abbozzati che giacciono sparsi in decine di block notes sgangherati, privi di copertina e ridotti quasi a brandelli, o in files dimenticati su almeno una trentina di chiavette. Si tratta perlopiù di annotazioni e spunti ripresi poi altrove o superati dagli approfondimenti successivi, che conservano tuttavia ai miei occhi un valore nella misura in cui consentono di ricostruire alcune particolari tappe del mio pensiero. Solo in pochissimi casi si giustificano ancora autonomamente (o almeno, così mi sembra).

Avevo già intrapreso altre volte il tentativo di ricucire assieme almeno una parte dei materiali rimasti in sospeso, ma sono sempre stato bloccato da altre urgenze, le più diverse: questa è la prima occasione in cui riesco a metterci davvero mano. Non so quanto sia un buon segno: forse ho raggiunto la cima della montagna di interessi che mi ha attratto e distratto per tutta la vita, e devo limitarmi più umilmente al recupero lungo la discesa delle emozioni del percorso: o forse ultimamente ho scherzato un po’ troppo con l’idea dell’approssimazione alla morte.