​ Introduzione a “Collezione di licheni”

di Fabrizio Rinaldi, 9 dicembre 2020

Attribuire un titolo alla mia raccolta di “articoli” (le virgolette sono dovute poiché il termine è – per me – ridondante) è complicato. Il motivo è semplice: gli argomenti trattati sono disomogenei. Mi sono concesso di dire la mia sulla polvere e sui libri, sul vagare per boschi e per monti, sulle nuvole d’acqua e di bit, sul leggere e sullo scrivere, e su altri temi ancora, senza una competenza specifica che non ho e non millanto.
Alla fine il materiale è quindi classificabile come una “collezione” di opinioni personali, a volte in contraddizione fra loro, altre volte unite da un esile filo.
Ma, una “collezione” di cosa? Di “licheni” direi, quelli che attecchiscono sulla nuda roccia, in ambienti inospitali ai quali i più non pongono attenzione perché distratti da altre più evidenti bellezze del creato. Ecco, sento di avere una predilezione per gli sguardi rivolti a “esistenze in sordina”, direbbe Camillo Sbarbaro.
Il tutto forse non sarebbe mai nato se i Viandanti delle Nebbie non esistessero. La nebbia è la condizione climatica costante per chi è in cerca di un po’ di conoscenza, ma penetrarvi con lo spirito del viandante, attento ai segnali minimi che arrivano da ciò che lo circonda, aiuta ad orientarsi e a dare un senso e una direzione al cammino.

Collezione di licheni bottone

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